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da Il Messaggero del 3 marzo 2004

“Vendevano” badanti

Serviva una badante magari a basso costo? Oppure un’infermiera straniera a domicilio? Non c’era problema. Bastava rivolgersi a una coppia romana e subito un’extracomunitaria si materializzava nei panni di assistente. Peccato che la straniera non aveva permesso di soggiorno, non era assolutamente specializzata nel settore e era a sua volta vittima del raggiro della coppia.

E’ quanto ha scoperto la II sezione della squadra mobile, diretta da Giovanna Petrocca che ha arrestato Antonio P., 70 anni e Tiziana V., 52 anni, per avere agevolato l’immigrazione clandestina e per lo sfruttamento degli stranieri irregolari.Il settantenne è il titolare di un servizio di telesoccorso medico mentre la donna finita in manette è la sua amministratrice. Una quarantina di donne dell’Est, soprattutto rumene, hanno denunciato la losca attività della coppia. Le straniere, ha appurato la polizia, percepivano uno stipendio molto basso e dal quale veniva stornato una sorta di tangente che andava alla coppia. Proprio per l’attività svolta dai due arrestati era facile contattare persone bisognose d’assistenza perchè ammalate in ospedale o allettate in casa. Ecco che gli investigatori hanno accertato che era proprio Antonio P. a contattare le straniere nel loro paese. Prometteva alle donne un futuro sicuro in Italia e a Roma proprio come badanti e infermiere.
A collaborare nell’inchiesta sono stati gli agenti del commissariato San Lorenzo che hanno scoperto alcuni elementi utili per lo sviluppo dell’indagine.
Antonio P. sarebbe un imprenditore facoltoso, proprietario di alcuni immobili. Le donne venivano ospitate proprio in alcuni appartamenti del settantenne. Al momento della perquisizione nella villa di Antonio P, sulla Giustiniana, la polizia ha scoperto che il garage era stato trasformato in dormitorio per le ragazze tutte clandestine. Nella sede amministrativa della società in via Pietro Ottoboni sono state trovate, sempre secondo la polizia, una ventina di ragazze senza alcun titolo per essere infermiere specializzate nè in regola con il permesso di soggiorno.