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da L'Unità del 13 luglio 2004

Cap Anamur, protesta ministra tedesca: «Criminalizzate azioni umanitarie»

La ministra tedesca per lo Sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, ha chiesto l’immediata liberazione di Elias Bierdel, il comandante della Cap Anamur, arrestato dalla magistratura italiana con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. «Non bisogna che Elias Bierdel sia punito perché voleva aiutare delle persone che avevano urgente bisogno di aiuto» sostiene la ministra in una dichiarazione comune con Harals Schartau, ministro dell’economia e del lavoro del Land della Renania del Nord-Westafalia, dove ha sede l’associazione Cap Anamur.

«Non si debbono criminalizzare le azioni umanitarie» dichiarano i due ministri tedeschi. «Conosciamo personalmente Elias Bierdel e apprezziamo il suo coraggio e la sua volontà di aiutare gli altri. Deve essere rispettato per questo motivo». «La miseria dei rifugiati» continua il comunicato «ci mostra come la catastrofi umanitarie possano toccarci direttamente. L’Africa è un continente vicino al nostro. È per questo che in Europa dobbiamo avere una responsabilità particolare per la gente che vive laggiù».

Il capitano, l’armatore e il primo ufficiale della Cap Anamur (che è il nome della nave e anche dell’associazione che la gestisce) sono stati arrestati dalla polizia di Porto Empedocle e la nave sequestrata, mentre i 37 profughi che si trovavano a bordo sono stati trasferiti al centro di permanenza temporanea di Agrigento. La polizia sospetta che non si tratti di sudanesi, come i profughi hanno dichiarato, ma di africani provenienti di altri Stati e che mentirebbero per poter ottenere l’asilo politico.

Ma la tesi della questura è smentita nettamente da alcuni sacerdoti che sono saliti sulla nave. «Sono stato sulla Cap Anamur per tre giorni a fianco dei 37 profughi e posso assicurarvi che la maggior parte di loro sono di origine sudanese», sostiene all’agenzia missionaria Misna padre Cosimo Spadavecchia, uno dei due missionari comboniani che il 10 luglio sono stati autorizzati a salire a bordo della nave. «Vorrei precisare – ha detto Spadavecchia – che sono stato, come missionario, in Sudan 18 anni e per altri 18 sono stato tra i profughi sudanesi». Un altro padre comboniano, Gaspare Trasparano, dopo essere salito sulla nave aveva riferito alla Misna che tra i profughi si trovavano un nigeriano, un sierraleonese, un liberiano e 34 sudanesi.

Nel centro di permanenza temporanea di Agrigento è rimasto per tutta la notte il deputato regionale siciliano dei Verdi Lillo Miccichè. Lo ha fatto per protestare contro l’arresto degli ufficiali della nave dell’associazione umanitaria tedesca accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Unico contatto con l’esterno un telefonino cellulare, mentre fuori dal Cpt c’era una pattuglia di militanti dei Verdi. «Appena ho saputo dell’arresto di Elias Bierldel e dei suoi compagni mi sono immediatamente recato al carcere di Agrigento, ma di loro non c’era nessuna traccia e allora ho deciso di venire al Cpt e di fare buona compagnia innome del popolo italiano a quei 37 esseri umani che sono scampati a morte certa per essere rinchiusi dentro una struttura degna di un bagno di pena», dice Miccichè al telefono, e continua: «È una cosa assurda che l’Italia chiami alleati chi lancia ogni giorni centinaia di bombe contro civili inermi e poi arresti tre eroi che hanno salvato 37 vite umane e che hanno passato la loro vita al servizio degli altri».