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Chiude”Hotel Africa”

A cura di altremappe.org

18.08.04 – Roma. E’ in corso dalle prime ore della mattina il trasferimento dei quasi
cinquecento migranti di origine africana – quasi tutti richiedenti asilo – dagli ex
magazzini delle Fs della stazione Tiburtina (Carta n.5 2004). Un’operazione gestita
direttamente dall’assessorato alle politiche sociali e sostanzialmente concordata
con il coordinamento delle associazioni e degli occupanti che negli ultimi due anni
ha promosso forme di accoglienza autogestita, che ha garantito livelli minimi di
assistenza.

In questo periodo centinaia di cittadini eritrei, etiopi, sudanesi,
magrebini, fuggiti da guerre civili sanguinose, hanno trovato una sistemazione
precaria nelle strutture abbandonate a ridosso della stazione. Una situazione di
degrado e di incuria, favorita dalla totale assenza di interventi da parte delle
istituzioni locali e nazionali. Dopo mesi di mobilitazione, il comune di Roma ha
finalmente trovato delle alternative alloggiative che dovrebbero rispettare le
richieste e le necessità dei migranti.

Il condizionale è d’obbligo: mentre scriviamo
rimane incerta la situazione per i circa cento cittadini sudanesi che non hanno
sciolto la riserva sulla destinazione offerta dal comune, una palazzina nel
quartiere di Montesacro, nella parte est della città; una soluzione che non sembra
in grado di ospitare tutti i nuclei familiari. La comunità eritrea ed etiope (150
persone) ha trovato sistemazione in un ex magazzino commerciale, ora ristrutturato,
in via Cupa, nei pressi della stazione Tiburtina. Il resto dei migranti – coppie e
piccoli nuclei familiari – è stata convogliata nei locali del quinto dipartimento
del comune, nei pressi di ponte Marconi. Per quest’ultimi è previsto un alloggio
nelle strutture di prima accoglienza dell’ufficio speciale immigrazione e in singoli
appartamenti situati nelle province di Viterbo e Rieti. La sfida ora si sposta sulle
forme di gestione dei nuovi centri d’accoglienza: le comunità migranti e le
associazioni puntano ad una sperimentazione, anche normativa, che metta al centro
l’autogoverno e il rispetto della dignità umana. Sarebbe un felice precedente, nel
paese della Bossi-Fini e dei lager chiamati Cpt.

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Vedi anche:
Hotel Africa: quando non basta il diritto di asilo