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da Il Giornale di Brescia del 23 settembre 2004

L’Unione Europea revoca le sanzioni alla Libia

BRUXELLES – A 18 anni dalle prime sanzioni imposte dall’Europa alla Libia, i 25 Stati membri della Ue, hanno concordato che è giunto il momento di voltare pagina e di procedere ad una revoca «totale e immediata» dell’embargo contro Tripoli. La raccomandazione, messa a punto dagli ambasciatori presso la Ue, riuniti nel Coreper, dovrà essere ratificata dai ministri degli Esteri nella riunione del Consiglio dell’11 ottobre a Lussemburgo. Se la decisione – come è atteso – sarà approvata dai ministri, la revoca dell’embargo diventerà operativa dal giorno dopo e le relazioni commerciali ed economiche con la Libia potranno da subito cambiare. Così come potranno partire da subito verso Tripoli le prime forniture di jeep, radar, aerei da ricognizione e altri mezzi per contrastare l’immigrazione clandestina e rafforzare i controlli delle frontiere. L’Italia farà da apripista, dopo che l’iniziativa italiana per l’eliminazione parziale dell’embargo su equipaggiamenti militari, legata alle esigenze della lotta all’immigrazione illegale, ha riaperto la discussione a livello europeo, favorendo una posizione comune su un livello ancora più alto.

Non solo eliminazione parziale, ma totale: la decisione di ieri raccomanda infatti ai ministri di cancellare sia le sanzioni contro la Libia imposte dalla Ue nel 1986 che quelle successive prese sulla base dell’embargo imposto dall’Onu nel 1993, poi revocato nel settembre del 2003, ma non dall’Europa. «Finalmente!, questo è il mio commento», è stata la prima reazione a caldo del presidente della Commissione Ue Romano Prodi, per il quale questo risultato corona anni di lavoro. «Abbiamo lavorato tanto perchè potesse avvenire, nei modi corretti, il rientro della Libia nella comunità internazionale, facendo cioè i conti con il passato», ha dichiarato Prodi. I 25 si sono trovati d’accordo a considerare ormai la Libia un partner affidabile e non più uno «Stato canaglia»: «Verso la Libia ci saranno ancora attenzioni politiche, è chiaro, ma tutti i grandi P aesi ritengono ormai che le condizioni siano mutate e sia possibile ristabilire relazioni normali», sottolinea una fonte Ue.

La Germania avrebbe preferito una revoca in due fasi, ma poi è prevalsa la convinzione che il meccanismo sarebbe stato troppo complicato da gestire. La raccomandazione degli ambasciatori si articola in quattro punti: oltre alla revoca delle sanzioni economiche e di quelle militari, si propone l’invio di una missione tecnica della Commissione europea in Libia per definire bisogni e cooperazioni nel campo della lotta all’immigrazione clandestina. «Noi siamo pronti a partire appena gli Stati membri ce lo chiederanno», ha confermato Emma Udwin, portavoce del commissario Ue alle relazioni esterne. L’ultimo punto è dedicato alla cornice entro la quale far marciare le relazioni con la Libia e mette l’accento su questioni sensibili, come il rispetto dei diritti umani e la situazione delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese condannati a morte da un Tribunale di Bengasi, perchè accusati aver infettato con il virus Hiv bambini libici.

Le diplomazie stanno lavorando ad una soluzione che possa favorire la loro liberazione: l’ipotesi – risulta all’Ansa – prevede il loro rilascio in cambio di risarcimenti alle piccole vittime e alle loro famiglie. La revoca totale dell’embargo, decisa dal Coreper, il comitato dei rappresentanti degli Stati membri presso la Ue, significa dunque che l’Italia potrà presto dare al Paese guidato da Gheddafi ciò che da tempo chiede: motovedette, elicotteri, aerei e gli altri mezzi necessari a controllare i confini su cui premono milioni di disperati provenienti dall’Africa continentale. Ed il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, che domenica prossima sarà in Libia per incontrare il leader del Paese africano, ha espresso grande soddisfazione per la decisione del Coreper. Si tratta, ha sottolineato, «di un successo italiano che giova a tutta l’Europa». Con la Libia, ha proseguito il ministro, «avevamo un programma di cooperazione, che era però imperniato su un’ipotesi cauta, non quella della revoca totale dell’embargo; dovremo quindi accelerare i tempi dell’attuazione e rivedere i programmi , sicuramente in un’ottica più ampliata, ma senza fornire mezzi armati ».