Caso Cpt, dopo quattro anni per Gradisca e l’Isontino pare arrivato il giorno della verità. Oggi alle 9.30 la sala consiliare della cittadina ospita un incontro fra il prefetto Anna Maria D’Ascenzio, capo del dipartimento immigrazione del ministero dell’Interno, le massime autorità locali, fra cui il governatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy, il presidente della Provincia Giorgio Brandolin, il sindaco della fortezza Franco Tommasini, e l’intero consiglio comunale. È forte, nell’aria, la sensazione che venga dato qualche annuncio ufficiale non tanto sul destino della «Polonio», che da tempo pare segnato, quanto sulla tempistica che porterà alla conclusione dei lavori. Il vertice con la D’Ascenzio, che sarà accompagnata a palazzo Torriani da otto alti funzionari del Viminale e dal prefetto di Gorizia Pasquale Vergone, è solo in apparenza un blitz. L’incontro fa infatti seguito ad un preciso accordo nato nel corso della visita che il ministro Giuseppe Pisanu effettuò il 13 settembre scorso a Gorizia. Allora, il titolare dell’Interno si sentì ribadire dagli amministratori locali l’assoluta contrarietà al Centro di temporanea permanenza per immigrati, e in particolare si sentì proporre da Illy un «escamotage» per valutare la possibilità di realizzare la struttura in Veneto. Un progetto, come noto, ampiamente naufragato. «Ora è arrivato il momento di quel secondo incontro che avevamo chiesto – spiega il sindaco Tommasini – Ed è stata premura mia e di Giorgio Brandolin fare in modo che il consiglio nella sua interezza sia partecipe delle comunicazioni che il Viminale intende farci, e possa rivolgere delle domande ai funzionari: questo per evitare i fraintendimenti e i sospetti che spesso hanno caratterizzato la vicenda. Finalmente avremo chiarezza. Cosa mi attendo? Ribadiremo la nostra contrarietà, ma non faccio altre previsioni». Previsioni le fa invece l’esponente gradiscano della Cdl Bruno Augusto Pinat, che non intende finire nel calderone della contrarietà tout-court sulla questione. «La mia impressione è che ci diranno come l’iter per il Cpta, partito fra l’altro con l’amministrazione comunale precedente, sia cosa fatta, pronta nella prossima primavera – afferma – Una struttura che, sulla falsariga di esperienze recenti, ha tutte le caratteristiche per garantire una permanenza più che dignitosa sia sotto il profilo sanitario che legislativo». Secondo Pinat il Cpta alla Polonio sarebbe «una struttura lontana anni luce dal concetto di ‘carcere’, aperta invece alla partecipazione del volontariato. Credo che oggi ai nostri amministratori proporranno proprio questo: la compartecipazione nella gestione». Nella sua riflessione Pinat sottolinea come «L’istituto dei Cpt è nata con una legge, la Turco-Napolitano, figlia di un governo di Centrosinistra. Nulla c’entra la Bossi-Fini, che anzi ha allungato i tempi di permanenza dei clandestini. Credo che i gradiscani abbiano dimostrato nell’intera vicenda un grado di realismo e maturità superiore a quello di chi li amministra». l.m.
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