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da La Tribuna di Treviso del 18 dicembre 2005

«Soldi agli immigrati per tornare a casa»

«De’ Longhi metta i soldi per incentivare il rimpatrio degli operai extracomunitari licenziati». La proposta è di Paolino Barbiero, segretario provinciale della Cgil, ma trova una sponda anche in Unindustria. «E’ un’ipotesi che possiamo valutare», spiega il presidente Andrea Tomat. Un salto notevole: appena pochi mesi fa gli industriali chiedevano più immigrati come forza lavoro. Gli esuberi Zoppas prima e ora di De’ Longhi hanno cambiato fisionomia al mercato del lavoro della provincia. Con qualche preoccupazione anche sul fronte dell’ordine pubblico.

Secondo il questore di Treviso, Filippo Lapi, i lavoratori extracomunitari che perdono il lavoro rappresentano «un rischio per l’ordine pubblico». Barbiero, segretario provinciale Cgil, non vede questo rischio, ma propone: studiamo un modo di incentivare il rimpatrio degli esuberi. «Io non vedo rischi per l’ordine pubblico legati ai licenziamenti – dice Barbiero – le lotte sindacali vengono portate avanti in piena democrazia». Oltre le lotte, però, il rischio è un altro: i lavoratori che perderanno il proprio posto di lavoro come si arrangeranno? «La prima cosa da fare è cercare di reinserirli nel mondo del lavoro. Se 300 extracomunitari perdono il lavoro alla De Longhi, vediamo quali sono le opportunità di ricollocamento. Per loro è anche più facile, si spostano più facilmente. Altrimenti bisogna capire quali sono gli strumenti per favorire il loro rientro in patria». Dà ragione a Zaia? Precedenza ai trevigiani, extracomunitari a casa? «Dico solo che se c’è un problema, cerchiamo di risolverlo. I lavoratori hanno la libertà di scelta, e non è escluso che ci sia qualcuno che vuole tornare al suo paese». E i soldi chi li mette? «Gli imprenditori,stiamo pensando a una proposta di questo tipo. Prima della Bossi-Fini, chi decideva di rientrare poteva riprendersi i contributi versati, poi ci siamo allineati alle direttive europee. Ma un lavoratore extracomunitario che finisce il mobilità o in cassa integrazione è un costo per lo stato, dobbiamo ragionare su questo aspetto». In questo caso, insomma, De Longhi metta i soldi per incentivare chi se ne torna a casa».

La proposta piace anche a Unindustria. «Ci sono due questioni in campoi – spiega Tomat – valutare se esista davvero un problema di ordine pubblico e che portata abbia; vagliarele possibili soluzioni». Dietro una prudente posizione di attesa e di valutazione, Andrea Tomat dice due cose precise. La prima è che l’allarme del questore, che lega le crisi occupazionali a possibili problemi di ordine pubblico, non risuona nelle stanza di Unindustria. La seconda è che la proposta di Paolino Barbiero, che chiede incentivi per il rimpatrio degli extracomunitari licenziati, non è da scartare a priori. Il presidente di Unindustria chiederà un incontro al questore di Treviso, Filippo Lapi, per «capire serenamente quali sono gli elementi – dice Tomat – che lo hanno portato a fare questa segnalazione. Noi come Unindustria non abbiamo segnali di una situazione così prevedibile di disagio e di minaccia per l’ordine pubblico, cercheremo di capire che segnali ha lui». Un allarme che non condividete? «E’ giusto che lui segnali questo problema, se ha degli elementi. Noi non abbiamo segnali diretti, valutiamo assieme, siamo tutti interessati a gestire questa fase di cambiamento nel modo migliore». Anche sulla proposta di Barbiero, Tomat rimane prudente, ma non chiude la porta. «E’ una proposta da valutare attentamente – dice il presidente di Unindustria – perché, ripeto, bisogna esaminare sia il problema, sia le possibili soluzioni. Ma questa è una delle misure pensabili».
(Fabio Poloni)