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da Il Mattino di Padova del 28 febbraio 2005

Quote, respinti 4 mila immigrati

Addio al «sogno italiano» per 4000 immigrati, che hanno chiesto di lavorare e vivere nel «paradiso nordest». La direzione provinciale del Lavoro di Padova ha comunicato che le istanze, spedite via posta nei primi giorni di febbraio, per ottenere lavoro nelle aziende e nelle nostre famiglie in base al numero delle quote messe a disposizione dal Governo per il 2005, sono cinquemila. Visto che le quote assegnate alla provincia di Padova sono 1250, vuol dire che quattromila extracomunitari presenti sul nostro territorio non potranno diventare lavoratori o colf in famiglie padovane. Le quote decise per Padova, in base ai dati contenuti nella Gazzetta ufficiale pubblicata il 2 febbraio, sono esattamente 1253.
Tra questi ci sono anche i 321 posti riservati alle badanti e alle colf e i 131 agli edili. Nel numero complessivo sono stati calcolati anche i lavoratori privilegiati, ossia i residenti in quei Paesi con i quali l’Italia ha concluso accordi politici bilaterali. Si tratta delle assunzioni riservate a 41 albanesi, 35 tunisini, 38 marocchini, 11 egiziani, 21 filippini, 27 nigeriani, 60 moldavi, 19 cingalesi, 49 del Bangladesh e 20 pakistani.
A questo punto, negli uffici della direzione provinciale del Lavoro, guidata da Orazio Drago, si potrà procedere all’assegnazione definitiva dei posti di lavoro in palio, con la concessione del relativo permesso di soggiorno, in base ai parametri indicati nell’ultimo decreto dei flussi migratori.
Una procedura burocratica, che premierà solo 1253 stranieri in base al giorno e all’ora di presentazione della domanda all’ufficio postale, da dove è stata spedita la domanda di assunzione da parte del datore di lavoro. Visto che ci sono 4000 domande in più, il calcolo dei dipendenti della Direzione provinciale del lavoro dovrà tenere conto anche del minuto in cui è stata presentata la domanda da un ufficio postale d’Italia. Tutto è causato dal numero basso di quote assegnate al Veneto e di conseguenza alla provincia di Padova. Un numero che viene criticato aspramente sa dagli imprenditori che dai sindacati confederali e dalle associazioni umanitarie, tra cui, ad esempio, dalle Acli e Caritas.
«Il decreto annuale sui Flussi si dimostra inadeguato a risolvere i problemi dell’immigrazione», dice Ilario Simonaggio, segretario generale della Cgil (68.000 iscritti). «Altro che 1253 quote riservate a Padova. Ce ne vorrebbero minimo 10.000. Il fatto è che questo Governo, al cui interno c’è anche un partito xenofobo come la Lega Nord, si sta rivelando impotente a risolvere il problema dal punto di vista del principio culturale e politico con il quale, invece, bisognerebbe affrontare la questione. Il principio dovrebbe essere uno solo: distinguere subito chi viene in Italia per lavorare onestamente e chi viene per delinquere».
«Questo dovrebbe essere il vero ed unico spartiacque per risolvere il problema dell’immigrazione una volta per sempre. E poi con il doppio gioco di tanti imprenditori che, da un lato, parlano male degli immigrati e, dall’altro, li assumono in nero e li sfruttano sino all’ultimo centesimo». (Felice Paduano)