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dal Messaggero del Veneto del 2 marzo 2005

I Verdi: abuso edilizio di 10 milioni sul Cpt

Metz e Pizzati presentano un esposto in Procura: «Il cantiere va sequestrato»

Appello alla giunta regionale: si faccia avanti con magistratura e Corte dei conti. Gli ambientalisti sollecitano anche le dimissioni dell’assessore Antonaz.

Gradisca. Il consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz, il segretario regionale, Gianni Pizzati, e il vicepresidente nazionale dei Verdi, Gianfranco Bettin, hanno sottoscritto e presentato ieri mattina alla Procura della repubblica di Gorizia un esposto d’urgenza, già annunciato negli scorsi giorni, contro la realizzazione del Centro di permanenza temporanea per immigrati clandestini nell’ex caserma “Polonio” di via Udine a Gradisca con il quale si chiede il sequestro del cantiere. Metz e Pizzati hanno inoltre chiesto le dimissioni dell’assessore regionale Roberto Antonaz.
Nel documento inoltrato ieri alla magistratura goriziana, sottoscritto dai tre esponenti ambientalisti e inviato per conoscenza anche a Corte dei conti, presidente della Regione, sindaco del Comune di Gradisca e prefetto di Gorizia, si chiedono espressamente il sequestro del cantiere e l’apertura d’indagini su «presunte illegittimità e abusi amministrativi, illiceità edilizie ed urbanistiche – così si legge nell’oggetto dell’esposto – in merito alla costruzione di un nuovo Cpt nell’ex caserma Polonio».
Nella parte iniziale dell’esposto dedicata alle premesse, si sottolinea come i lavori per la realizzazione del Cpt siano cominciati ormai da un anno, «ma a tutt’oggi – afferma l’esposto – la documentazione relativa a quest’opera pubblica risulta mancante di atti doverosi». «Nel documento – ha spiegato ieri Metz in un conferenza stampa convocata proprio per illustrare i contenuti dell’esposto – sottolineiamo come siano state violate le procedure, a cominciare dalla mancata convocazione del comitato tecnico consultivo regionale.
Un vulnus procedurale che configura tutta l’operazione Cpt a Gradisca come un vero e proprio abuso edilizio, un abuso edilizio da dieci milioni di euro. Siamo di fronte a una sottrazione di potere e di autonomia alla Regione». «Chiediamo, quindi, alla Regione di presentare a sua volta un esposto – ha continuato Metz –, coinvolgendo la Corte dei conti per valutare il profilo finanziario dell’opera. Se la Regione ha impugnato la Finanziaria del governo deve farlo anche per il Cpt».
Nell’esposto si chiede, inoltre, d’indagare sull’effettivo rispetto di tutte le condizioni di legge circa la giustificazione dell’impegno finanziario richiesto per la realizzazione del Cpt e si stigmatizza la mancata disponibilità dei dati circa i costi dell’opera «pur non essendo il Cpt – si legge nell’esposto – opera destinata alla difesa militare come da esplicite dichiarazioni del ministro Pisanu».
Durante la conferenza stampa, alla quale hanno partecipato altri esponenti dei Verdi come l’assessore provinciale Marco Marincic e il consigliere comunale di Monfalcone Corrado Altran, si è parlato anche della presunta incostituzionalità del Cpt e di come la struttura fosse stata voluta per rispondere, nel 2000, a un’emergenza clandestini che ormai appare decisamente superata.
Intanto il “caso” Cpt non manca di creare conseguenze politiche di rilievo. Questa volta la polemica è tutta interna al centro-sinistra e vede nel mirino dei Verdi l’assessore regionale alla cultura e alla pace Roberto Antonaz. Metz e Pizzati hanno chiesto ieri espressamente le dimissioni del rappresentante della giunta Illy attaccando, in particolare, la gestione della questione Cpt da parte di Antonaz: «Illy lo aveva delegato a seguire la procedura relativa al centro di permanenza temporanea gradiscano – ha affermato ieri Metz – e l’assessore non ha fatto ciò che avrebbe potuto e dovuto per far luce su ciò che sta accadendo nell’ex caserma Polonio». «L’operato di Antonaz non ha nulla a che vedere con la sua delega alla pace e quindi ritiriamo la fiducia nei suoi confronti – ha aggiunto dal canto suo Pizzati –. Inoltre, non abbiamo per nulla gradito il modo in cui ha gestito la questione dell’orchestra sinfonica Friuli Venezia Giulia».
Piero Tallandini

«La Regione discriminata da questo governo»
Gradisca. Sul progetto del Centro di permanenza temporanea (Cpt) di Gradisca d’Isonzo vi è stato, da parte del governo nazionale, «un atteggiamento discriminatorio nei confronti della Regione Friuli Venezia Giulia rispetto alle altre Regioni, delle quali è stata invece richiesta l’intesa».
Ad affermarlo è il presidente della Regione, Riccardo Illy, in una lettera inviata al ministro dell’interno, Giuseppe Pisanu.
Nella lettera si rileva innanzi tutto che, in base a una nota della Prefettura di Gorizia della fine dello scorso anno, risulta che il Cpt di Gradisca sia stato individuato in base a un decreto interministeriale del 22 dicembre 2000, che però – da ricerche effettuate dagli uffici della Regione – non contiene invece alcuna esplicita individuazione dello stesso centro di Gradisca.
Dalla medesima nota della Prefettura si ricava che l’allestimento della struttura e l’effettuazione dell’intervento sono disciplinati da varie ordinanze del presidente del consiglio dei ministri, fra le quali è espressamente citata la numero 3.287 del 23 maggio 2003. Tale ordinanza prevede che, «per lo svolgimento delle attività di realizzazione e di completamento dei centri, ci si avvale di una Commissione tecnico-consultiva integrata, di volta in volta, da un rappresentante della Regione interessata».
«Nessun rappresentante di questa Regione – sostiene Illy nella lettera – è stato chiamato a far parte della prevista Commissione tecnico-consultiva per esprimere parere sul progetto di Gradisca».
Il mancato invito di un rappresentante della Regione alla prevista commissione assume quindi, secondo Illy, «connotati di particolare gravità», tenuto conto che, rispetto all’approvazione dei progetti, il parere della Commissione costituisce presupposto essenziale. In altre analoghe circostanze, invece, è stata acquisita l’intesa con le Regioni (sono citati i casi di Veneto, Marche, Liguria e Sicilia).
«Da parte del governo nazionale – scrive Illy al titolare del Viminale – non consta che alcuna iniziativa per l’acquisizione dell’intesa sulle varie ordinanze emanate in materia sia stata assunta nei confronti della Regione Friuli Venezia Giulia, che dovrebbe ospitare il centro di Gradisca». Ciò nonostante la Regione abbia «ripetutamente richiesto elementi conoscitivi in ordine all’intervento senza ricevere, a oggi, alcuna risposta».
Per tutte queste ragioni, Illy parla, nella lettera, di un «atteggiamento discriminatorio», che «non trova alcun fondamento nel contesto dei rapporti istituzionali fra Stato e Regioni».