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dal Messaggero Veneto del 6 aprile 2005

«Nessuna intenzione di gestire il Cpt»

Il governatore della Misericordia di Cormons, Demartin: la sola ipotesi è inimmaginabile

CORMÒNS. Nessun accenno alla mancata solidarietà da parte del sindaco Cucut a proposito del “blitz” dei disobbedienti. Solo una lettura propria dei fatti accaduti venerdì, quando hanno visto occupare la loro sede cormonese. Questo il senso dell’intervento dei vertici della Confraternita di Misericordia di Cormòns sulla «occupazione dimostrativa del 1º aprile da parte di persone appartenenti alla Rete del precariato sociale – Invisibili».
Il governatore della Misericordia cormonese, Enrico Demartin, non vuole nemmeno «entrare nelle motivazioni che hanno portato a tale occupazione, che a onor del vero non ha recato danni materiali alla nostra sede, contrariamente a quanto è accaduto in Misericordie di altre regioni», ma intende precisare «anche a beneficio di pubblici amministratori che dovrebbero disporre di informazioni più esatte» che «la Misericordia di Cormòns è associazione di volontariato di matrice cristiana che fa parte di un movimento le cui radici risalgono al XII secolo. È associazione assolutamente apolitica, indipendente e autonoma, sia dal punto di vista delle sue scelte strategico-organizzative, sia dal punto di vista economico patrimoniale».
«I rapporti che legano la Misericordia di Cormòns alla Confederazione nazionale delle Misericordia d’Italia, dalla quale non dipende, ma alla quale è semplicemente associata, non hanno natura economica – aggiunge Demartin –, se non per la quota associativa che la Misericordia versa annualmente, né hanno natura di dipendenza gerarchica. Il rapporto e le autonomie citati valgono per la Misericordia di Cormòns come per tutte le altre 700 Misericordie d’Italia: ciascuna di esse è libera di operare le sue scelte operative e queste non ricadono in alcun modo sulle altre Misericordie».
Circa le convenzioni per la gestione di Centri di permanenza temporanea «che interessano talune Misericordie di altre regioni, non interessano altri che le Misericordie stesse e la Confederazione nazionale. Nessun onere, ma neppure nessun beneficio diretto o indiretto ne trae la Misericordia di Cormòns, che quindi non lucra sui migranti. Né si può affermare, come è stato detto, che la Misericordia sia un’associazione no profit che gestisce altri Cpt e oggi prende la gestione del Cpt di via Mattei a Bologna, o che voci insistenti affermano che la Misericordia intenderebbe gestire anche il Cpt di Gradisca».
Demartin sottolinea inoltre che «non corrisponde a verità che la gestione del Cpt gradiscano è stata effettivamente offerta al sodalizio cormonese, né tanto meno che il direttivo è stato allertato dal ministero dell’interno. D’altra parte, le risorse di uomini e mezzi che la Misericordia di Cormòns dispone non possono neppure far immaginare una tale ipotesi, poiché spesso non sono sufficienti a rispondere alla domanda di prestazioni socio-assistenziali che quotidianamente le arriva dalla comunità in cui opera».
E poiché «i volontari della Misericordia di Cormòns hanno da tempo scelto di operare solo e tutti a titolo assolutamente gratuito (non esistono remunerazioni di alcun tipo, neppure camuffate da rimborsi spese), la Misericordia si trova in difficoltà quando le viene chiesto di sottoscrivere una convenzione con un ente pubblico che prevede una regolare e puntuale disponibilità che una associazione di volontariato, se realmente tale, non può assicurare. Per tale scelta, per esempio, non abbiamo potuto continuare il trasporto delle persone che necessitano di dialisi, che abbiamo fatto per anni. Come potrebbe entrare nell’“affare del Cpt di Gradisca” lo lasciamo dunque solo immaginare».
Per contro, il governatore cormonese afferma che «è assolutamente vero, invece, che nel 1998 i volontari della Misericordia di Cormòns sono intervenuti nel Centro di prima accoglienza di Otranto in aiuto e assistenza degli immigrati, che ogni notte gli scafisti albanesi scaricavano sulle coste pugliesi, e che dal 2002 collaborano con altre associazioni nell’assistenza agli irregolari che sono accompagnati dalle forze dell’ordine nel Centro “San Giuseppe” di Gorizia, adoperandosi affinché sia loro riservato un trattamento dignitoso e rispettoso di diritti e religioni».
«Ci rimane sinceramente difficile capire – chiosa Demartin – cosa ci sia di “vergognoso” in questo operare della Misericordia. Ci rimane però tanta amarezza».