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Italia – Nel 2004 oltre il 51% dei richiedenti asilo ha ottenuto potezione internazionale

Comunicato dell'UNHCR del 27 maggio 2005

UNHCR – Briefing bisettimanale alla stampa
Ginevra, 27 maggio 2005 – Il testo di seguito riportato sulla percentuale di riconoscimento delle domande d’asilo in Italia costituisce la risposta fornita dal Portavoce
dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) Ron Redmond ad una domanda di un giornalista al briefing bisettimanale per la stampa, che si tiene a Ginevra presso il Palais des Nations.

L’UNHCR ha appreso che i media italiani hanno riportato alcune statistiche imprecise sui tassi di riconoscimento delle domande d’asilo in Italia. In basi a tali notizie, circa il 92 per cento delle domande d’asilo presentate in Italia viene respinto, oppure – in altri termini solo
l’8 per cento delle domande d’asilo proviene da veri rifugiati. Queste cifre forniscono una visione gravemente distorta della situazione reale.

Secondo i dati ufficiali del 2004 forniti dalla Commissione centrale per la determinazione dello status di rifugiato, durante l’anno in questione l’Italia ha esaminato 8.701 domande d’asilo.

La Commissione ha riconosciuto lo status di rifugiato ai sensi della Convenzione del 1951 sui rifugiati a 780 richiedenti (l’8,96 per cento delle domande esaminate), mentre 7.921 domande (il 91,04 per cento) sono state classificate come ‘respinte’. Questi sono quindi i dati su cui si basano le notizie recentemente pubblicate. Tuttavia se tali cifre vengono esaminate in maniera più approfondita, il quadro che ne emerge è sensibilmente diverso.

Nei 7.921 ‘casi respinti’ sono infatti inclusi quelli di 2.352 persone le quali, pur non avendo tutti i requisiti per ottenere lo status di rifugiato ai sensi della Convenzione del 1951 sui rifugiati, hanno ottenuto forme sussidiarie di protezione internazionale. Si tratta di persone considerate in una situazione molto simile a quella dei rifugiati, tra cui persone in fuga da guerre e da violenza diffusa nei propri paesi d’origine.
Pertanto, all’8,96 percento del numero totale di casi esaminati che hanno ottenuto lo status di rifugiato in base alla Convenzione, va aggiunto il 27,03 per cento ai quali è stata garantita protezione sussidiaria.

Complessivamente quindi nel 2004 l’Italia ha garantito qualche forma di protezione internazionale a 3.132 persone, il 36 per cento di coloro che hanno inoltrato una richiesta d’asilo. Inoltre, va specificato che si
tratta di decisioni in prima istanza e che quindi tali cifre non comprendono coloro che ottengono il riconoscimento del proprio status solo in fase di ricorso.

Va inoltre aggiunto che 2.627 richiedenti asilo il 30,19 per cento del totale per diverse ragioni non è stato in grado di completare neanche la procedura di prima istanza. Essi sono stati tutti indistintamente
classificati come ‘respinti’, anche se una parte di essi potrebbe in effetti essere costituita da rifugiati o persone titolari di protezione sussidiaria.

Se questo gruppo viene sottratto dal totale poiché non si è in grado di sapere se si tratti o meno di rifugiati il numero di domande d’asilo effettivamente esaminate nel merito dalla Commissione nel 2004 scende a 6.074. Se a questo punto si calcola nuovamente il tasso di riconoscimento sulla base del numero di casi effettivamente esaminati, si ha:

– rifugiati ai sensi della Convenzione del 1951: 12,8 per cento;

– titolari di forme sussidiarie di protezione internazionale: 38,7 per cento.

Di conseguenza, è stato considerato bisognoso di protezione internazionale il 51,5 per cento dei richiedenti asilo in Italia le cui domande sono state effettivamente esaminate nel merito durante il 2004. Vi è quindi una grande differenza tra la cifra dell’8 per cento riportata dai media italiani e l’effettivo 51 per cento o 36 per cento, se si assume che neanche uno di coloro la cui domanda non ha completato la procedura
sia realmente un rifugiato.