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dal Messaggero Veneto del 19 maggio 2005

La Regione: irregolare l’iter per il Cpt

GRADISCA. L’ordinanza 3287 del 23 maggio 2003 (relativa ai progetti che esautorano in caso di emergenza, come le problematiche legate all’immigrazione, gli enti locali rispetto a qualsiasi competenza in materia urbanistica ed edilizia) è illegittima.
Ad ammetterlo, stavolta, è stato l’avvocato Bevilacqua, il legale incaricato dalla Regione per la valutazione degli atti tecnici e giuridici che hanno portato alla costruzione del Cpt nell’ex caserma “Ugo Polonio” di Gradisca.
Un parere autorevole, arrivato al termine del summit che ieri pomeriggio, nel palazzo della Regione a Trieste, ha visto sedersi allo stesso tavolo gli assessori regionali Antonaz e Metz, Bertuzzi (in rappresentanza dell’ufficio di Illy), in rappresentanza della Provincia di Gorizia il presidente Giorgio Brandolin e, per il comune di Gradisca il sindaco Tommasini e l’avvocato Presot, oltre a Altran e De Toni come esponenti della rete contro i Cpt e di fatto i primi a denunciare apertamente l’esistenza di un abuso edilizio alla base dell’iter procedurale seguito per i lavori del Cpt gradiscano.
Anche sulla base degli ultimi documenti fatti pervenire a Brandolin direttamente dal ministero dell’interno, quindi, per la prima volta si è espressamente pronunciata in proposito la commissione di legali istituita dalla Regione in merito al caso-Cpt.
La “sentenza”, di fatto, ha confermato quello che è sempre stato il cavallo di battaglia del coordinamento libertario contro il Cpt (guidato dall’anarchico Paolo De Toni), dichiarando che l’ordinanza 3287 (come la 3289) sono valide solo nelle Regioni con cui il Governo ha raggiunto l’intesa citata nelle stesse: Marche, Veneto, Liguria e Sicilia.
Tesi, oltretutto, rafforzata (come emerso sempre nella riunione di ieri) dall’assenza di documenti ufficiali sulla presenza di un rappresentante della Regione nella commissione tecnico-consultiva che aveva dato il via libera ai lavori nell’ex caserma Polonio. Documenti, questi ultimi, che lo stesso Brandolin aveva espressamente richiesto al capo prefetto per l’immigrazione, D’Ascenzio: richiesta rimasta ancora senza esito. (ma.ce.)