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Dal Messaggero Veneto del 22 luglio 2005

Promessi a giorni i documenti sul cpt di Gradisca

Poi il ricorso congiunto al Tar

GRADISCA. La promessa fatta alla delegazione da Anna Maria D’Ascenzio, giuridicamente parlando, rappresenta una tappa decisiva nell’allestimento del procedimento legale congiunto che Comune, Provincia e Regione, stando alle dichiarazioni di Brandolin, avvieranno orientativamente entro fine mese.
In sostanza, infatti, gli enti locali entreranno finalmente in possesso dei due documenti “scottanti” finora occultati col pretesto della secretazione: i progetti relativi al Cpt e, soprattutto, il via libera da parte della speciale commissione tecnico-consultiva in merito alla quale il governo dichiara di avere anche l’avvallo della Regione la quale, al contrario, nega categoricamente che all’interno della stessa ci sia mai stato un suo rappresentante come previsto dal relativo decreto (posizione ribadita ieri dall’assessore Pecol Cominotto alla D’Ascenzo). Una volta in possesso di tali documenti e confermato il “vizio di forma” procedurale, Regione, Provincia e Comune potranno finalmente presentare ricorso al Tar.
Indiscrezioni sullo slittamento dell’apertura.
Stando a indiscrezioni raccolte da partiti e “rete”, lo slittamento dell’apertura del Cpt (inizialmente prevista per giugno) sarebbe da imputare proprio alle impreviste difficoltà incontrate dal governo nell’appaltare i servizi per il Cpt richiede. Politicamente bloccate le adesioni di società o enti regionali, provinciali e comunali, infatti, anche Caritas, Croce rossa, Misericordia e associazione ex carabinieri (il quadrunvirato che finora ha “monopolizzato” la gestione dei servizi negli altri Cpt italiani) alla luce degli ultimi sviluppi avrebbero deciso di farsi da parte.
La rete di associazioni, movimenti e coordinamenti dei partiti contro il Cpt.
In un comunicato congiunto la “rete” contro il Cpt “Rinnova la richiesta di desecretazione degli atti e dei progetti inerenti il costruendo Cpt in Gradisca; invita le autorità di competenza a far si che la visione pubblica di suddetti atti avvenga nel più breve tempo possibile affinché sia fatta chiarezza sulle molte ombre relative all’iter procedurale e legislativo di tale opera; condanna inoltre la repressione e i procedimenti penali riguardanti le “presunte illegalità” commesse durante le azioni politiche di opposizione al Cpt e chiede infine il ritiro delle accuse a carico degli imputati e degli indagati che, a nostro avviso, con le loro azioni di protesta hanno solamente dimostrato coscienza e sensibilità sociale”.
(ma.ce.)