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dal Piccolo del 24 settembre 2005

Cpt di Gradisca: nessun ricorso alla Corte costituzionale

GRADISCA La Regione non ricorrerà alla Corte Costituzionale per la vicenda del Cpt di Gradisca. Nella giornata di ieri la giunta Illy ha deliberato la propria decisione di prendere parte solamente all’azione legale congiunta al Tar del Lazio assieme a Provincia di Gorizia e Comune. Ha deciso quindi di non intraprendere passi formali per conto proprio.
Il ricorso alla Suprema corte pareva una delle colonne principali su cui fondare le possibilità di scongiurare l’apertura del Cpt alla caserma Polonio: il Friuli Venezia Giulia, infatti, secondo gli stessi giuristi interpellati da Trieste avrebbe avuto le carte in regola per contestare l’iter del Cpt, in quanto nelle lunghe tappe della vicenda si sarebbe creata un’evidente sovrapposizione di poteri e competenze in materia urbanistica fra Stato e Regione. Il ricorso al Tar partirà nei prossimi giorni, come annunciato dal presidente della Provincia Brandolin e come ratificato dalla stessa Regione.
A tenere banco è comunque il caso della mancata intenzione della giunta Illy di ricorrere alla Corte Costituzionale. L’assessore Roberto Antonaz, unica voce fuori dal coro nella giunta-Illy, non intende commentare: «Spieghino loro le motivazioni, io non le voglio interpretare e mi dissocio completamente: bisognava tentare quella strada». Uno strappo che sembra aprire un vulnus nella stessa coalizione di Intesa Democratica, come dimostrano le dure critiche giunte dai segretari regionali di Rc Giulio Lauri, dei Verdi Gianni Pizzatti e del Partito dei Comunisti italiani: «La scelta della giunta Illy di non intraprendere ricorso contro il governo Berlusconi per avere volutamente evitato la presenza della Regione nelle sedi in cui si decideva l’approvazione del supercarcere per migranti a Gradisca, scavalcando la competenza esclusiva in ambito urbanistico della Regione, oltre a essere contraddittoria rispetto alle precedenti dichiarazioni risulta grave e sbagliata».
«La scelta di ricorrere solo al Tar – si legge in una nota – è limitativa, giuridicamente e politicamente debole. Una foglia di fico per coprire un’evidente nudità: quella rappresentata dalla scelta di non voler sollevare un conflitto di competenze con un Governo ormai spacciato. Pensare, come sta facendo Illy, di avere più forza per condizionare il Governo, porta solo disorientamento e confusione: proprio gli elementi su cui punta la Cdl per avere maggiori possibilità di successo elettorale nel 2006.
Stupefacente, poi, che solo Antonaz abbia mantenuto in giunta la posizione, avvalorata da costituzionalisti, di sostenere il ricorso anche in Corte Costituzionale. Dov’erano i rappresentati degli altri partiti dell’Unione che in altre sedi, come il comune di Gradisca o nei movimenti, si dicono rispettosi dei diritti degli immigrati e poi quando devono prendere una decisione tacciono?
Luigi Murciano