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Flussi 2006 – Il prezzo dell’ipocrisia! Diretta radiofonica dagli uffici postali d’Italia

Il fatidico giorno è arrivato.
Centinaia e centinaia di migliaia di persone in tutta Italia si sono preparate già da sabato per essere tra le prime a consegnare la domanda di nulla osta all’assunzione, definita ormai anche dai giornali una lotteria.
Ma dalla lotteria alla vergogna il salto è breve.

In tutta Italia abbiamo assistito a veglie notturne al freddo, sotto pioggia e neve, ad interminabili giornate passate a presidiare il proprio nome su una lista sgualcita, tentativo estremo di mantenere la dignità e il rispetto dell’altro nonostante la normativa in vigore faccia di tutto per scatenare le rivalità e gli istinti di sopravvivenza più bassi.
Lo Stato è intervenuto allertando le Forze dell’Ordine e la Protezione Civile, scongiurando in questo modo la catastrofe ed usando le misure che in genere si attivano per le calamità naturali, segnale inequivocabile che la degenerazione – dal bagarinaggio sul kit alla lite o compravendita per il posto – era stata ampiamente preventivata e calcolata come danno collaterale.

Ma ciclicamente a crollare davanti agli occhi di tutti in questo periodo dell’anno è il fondamento della legge Bossi-Fini, che continua a ritenere possibile e giusto il legame tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno. L’unica catastrofe in atto è quella di una società che da un lato ha bisogno della popolazione straniera per mantenere attivo il saldo migratorio ed attingere a manodopera mal retribuita e mal tutelata, e dall’altro si rapporta ad essa infliggendo discriminazioni normative e burocratiche nonché umiliazioni come quelle di questi giorni.
Mai come in questi mesi dell’anno si esplicita il fallimento della pretesa, tutta demagogica, di far entrare in Italia solo chi ha un lavoro; le testimonianze raccolte davanti agli uffici postali dimostrano invece che in questo paese si diventa regolari solo dopo anni e anni di esistenza invisibile, certamente inflitta e non scelta.
Nella politica ufficiale e nella comunicazione mainstream la strategia del decreto flussi viene lodata come garanzia di un sistema oculato di programmazione dei flussi, che da un lato – ci dicono – presenta il vantaggio di scongiurare l’ingresso di malintenzionati o terroristi pericolosi e dall’altro assicura accoglienza dignitosa a chi vuole lavorare.

Le testimonianze raccolte da Melting Pot tra le persone in coda mettono a nudo, ancora una volta, tutti i deficit e le menzogne del sistema in vigore e chiedono come via d’uscita dallo stallo la possibilità di regolarizzazione permanente.