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da Il Messaggero del 7 maggio 2006

Ancona – Immigrati come schiavi ai cantieri navali

Pioggia di avvisi: sfruttamento del lavoro

Ancona – Immigrati come schiavi, costretti a turni impossibili e ad orari indecenti pur di non perdere il diritto alla permanenza in Italia. O pur di acquistarlo. Sull’utilizzo della manodopera ai cantieri navali sono prossime alla conclusione le indagini condotte dai carabinieri del nucleo Ispettorato del lavoro. Tanto che ad alcune delle aziende del porto controllate è stato già notificato il 415 bis (avviso di conclusione indagini). L’accusa: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma anche sfruttamento. Dopo il blitz degli agenti della Squadra Mobile e dell’Ispettorato del lavoro al porto, più di trenta i rumeni condotti in Questura, sono state rinvenute posizioni poco chiare. Alcuni degli stranieri controllati sembrerebbero essere stati ingaggiati dalle ditte che sub-appaltano i lavori per i cantieri navali senza avere i documenti in regola. Altri sarebbero stati sottoposti ad un trattamento disumano (15 ore di lavoro al giorno, senza sabati e domeniche) accettato nell’illusione di poter rimanere nel nostro Paese.
L’operazione è scattata a seguito di alcune denunce depositate da lavoratori extracomunitari tra settembre ed ottobre dello scorso anno. L’accusa, per tutte le ditte coinvolte, circa una decina, è quella di sfruttamento di clandestini, di immigrati che, seppure con i documenti in regola, accettano di sottoporsi a turni impossibili pur di non dover lasciare l’Italia. Su questa situazione, dai contorni nebulosi, vigilano da tempo anche i sindacati. Le aziende sotto accusa sono dotate in molti casi di ditte satelliti all’estero. Dalle quali prelevano il personale da impiegare in Italia, aggirando i normali flussi di immigrazione.
Lu.Mo.