Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

dal Corriere Adriatico del 9 giugno 2006

Porto di Ancona – Traffico bloccato dopo l’ennesimo infortunio di un operaio bengalese

I sindacati protestano e strappano un impegno al prefetto. L’operaio resta grave

ANCONA – Hanno bloccato il traffico, invaso la strada di tute blu, e di tristezza e rabbia per Kamal e tanti suoi colleghi che al cantiere hanno lasciato la vita, o un bel pezzo di salute. Hanno protestato i metalmeccanici, e provato ad aprire un varco nel muro delle lamentele di chi inchiodato al volante o su un seggiolino del bus sapeva di far tardi a pranzo, scavando con la disperata richiesta di attenzione e interventi concreti per spezzare la rima di fabbrica con cimitero o – se va bene – ospedale.

E’ durato dalle 10 alle 12 il presidio in piazza della Repubblica, all’incrocio dei tre corsi principali, animato dai lavoratori delle aziende del porto, che chiedono più sicurezza nei luoghi di lavoro dopo il grave infortunio subito il primo giugno da un operaio della Camm originario del Bangladesh, Kamal Udin, 29 anni, che lotta ancora fra la vita e la morte. La manifestazione è stata promossa da Cgil, Cisl e Uil, con la partecipazione di numerosi lavoratori immigrati, dipendenti di ditte appaltatrici e fornitrici dello scalo, fra i più esposti al mancato rispetto delle leggi sul lavoro e la prevenzione infortunistica. Appese ad uno striscione dei sindacati, alcune fotografie dell’operaio ferito, mentre fra i manifestanti c’ erano anche il fratello e molti amici della comunità bengalese ad Ancona, che conta circa 500 persone. “Kamal è gravissimo – hanno detto – e ieri notte (mercoledì, ndr) è stato sottoposto ad un intervento chirurgico urgente, ma i medici non ci hanno dato molte speranze”.

Una delegazione di operai e sindacalisti è stata poi ricevuta in Prefettura, dove ha spiegato le ragioni della protesta. C’erano i tre segretari di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, Ciarrocchi, Bentivogli, Argenziano, i segretari di Cgil e Cisl Manzotti e Mastrovincenzo, i segretari della categoria dei chimici di Cgil e Cisl Zoppi e Paolinelli. L’obiettivo è seguire ad Ancona l’esempio di Marghera e Palermo e sottoscrivere un protocollo di legalità per il porto. Il prefetto si è impegnato a sollecitare la Asl 7 perché siano messi in atto interventi che riguardano il servizio di prevenzione e sicurezza, che le compete. Il rappresentante del Governo ha anche dato la propria disponibilità a farsi promotore di un sistema di regole condivise in grado di salvaguardare l’incolumità dei lavoratori nell’area portuale. L’obiettivo da raggiungere è quello di un’intesa capace di schierare sul campo della sicurezza le aziende committenti, Fincantieri, Isa, Crn e sindacati. Già nei prossimi giorni potrebbe essere mosso un primo importante passo su questa strada. Martedì è in programma un incontro tra le categorie dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil e la Rsu Fincantieri. I tempi devono essere stretti, anche se bisognerà prima coinvolgere aziende, rappresentanze sindacali e ditte in appalto. E soprattutto, rimarcano le organizzazioni sindacali, attenzione a non fermarsi al protocollo. Non dovrà ridursi a un’enunciazione di principi, ma tradursi in azioni concrete perché non si debbano asciugare altre lacrime. Come quelle versate per Kamal, e gli altri che lo precedono nella lista degli infortuni al cantiere.