Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Reggio Emilia – Festa di chiusura estiva di Caffè Babele

Interviste ad alcune donne migranti

Oggi 25 giugno Caffè Babele è in festa.
Una giornata come sempre passata in un clima festoso e gioioso, caratterizzato dalla voglia di stare insieme, di ridere e scherzare ma anche di raccontarsi e di ascoltare.
Tante, come sempre, le donne che sono venute a Caffè Babele per passare l’ultima domenica, prima della pausa estiva e tanti sono stati i momenti di condivisione con loro.
Attivo da ormai più di un anno il progetto sta sempre più diventando non solo un luogo di ritrovo, ma un luogo di socializzazione vera e concreta, dove le persone che frequentano lo spazio hanno sì voglia di incontrarsi e passare il loro poco tempo libero, ma anche di camminare insieme in un percorso di riappropriazione di diritti e di libertà.
La progettualità di Caffè Babele, passata e futura, nasce infatti dalle esigenze e dalle proposte che vengono direttamente dalle persone che rendono possibile l’esistenza stessa di questo progetto.
“Trovare sempre una porta aperta, sentirsi come a casa propria, sentire di essere liberi, condividere gioie e sofferenze, trovare il sostegno e il calore di un sorriso” sono le parole di Maria, una donna che da tempo frequenta lo spazio.
Non sono solo parole ma esprimono il vero senso del progetto e si caricano di un significato profondo che da forza e coraggio per continuare la lotta per la libertà di movimento di ogni essere umano.
A dimostrazione di ciò proprio oggi Caffè Babele ha scritto una lettera a sostegno e per dare solidarietà ai 59 attivisti arrestati a Barcellona per aver manifestato contro un CPT.
Questa è solo l’ultima dimostrazione di condivisione della lotta per la libertà dei migranti che Caffè Babele ha espresso.
Sempre più infatti cresce la coscienza del fatto che la libertà è un diritto inviolabile di ogni persona, che essere senza un permesso di soggiorno non è un reato, così come invece dovrebbe essere un reato essere sfruttati e trattati da schiavi, che è giusto ribellarsi e alzare la voce, il grido degli esclusi.
I nuovi schiavi e le nuove schiave si ribellano.

Ascolta l’intervista a Anna

Ascolta l’intervista a Valentina

Ascolta l’intervista a Natalia

Ascolta l’intervista in ucraino con traduzione in italiano a Maria