Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

di Helena Maleno*

Marocco – Situazione disperata dei rifugiati in Marocco

Ventisette rifugiadi in Marocco chiedono la protezione nella cattedrale di Rabat

*Traduzione a cura di Piconi Francesca

Scappando dalla polizia marocchina ventisette rifugiati africani sono riusciti a chiudersi all’interno della cattedrale di Rabat. Quarantotto sono rimasti fuori, il responsabile della chiesa cattolica ha chiuso la porta al resto della gente rimasta fuori.
La situazione si è sciolta la mattina del 24 luglio, quando la maggioranza dei 350 rifugiati riconsciuti dall’Acnur Marocco ha manifestato di fronte all’ufficio delle Nazioni Unite di Rabat.
Si è deciso di fare questa manifestazione per la presenza nella capitale marocchina di una rappresentanza dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
“Siamo a conoscenza che ci sono i responsabili della Convenzione Ginevra e vogliamo mostrargli la nostra disperazione, devono capire che stiamo vivendo come animali, che questo paese non è capace di rispettare i nostri diritti come rifugiati e che l’Acnur Marocco non è in grado di rispondere alle nostre necessità. Siamo disperati, disposti a fare qualunque cosa.
Ora ci sono molti di noi che sono usciti e lo hanno fatto a bordo di una patera, perchè non ne possiamo più…Sono mesi di promesse, mesi di deportazioni, mesi senza cibo o senza un tetto…Mesi per vedere come le nostre donne si prostituiscono per mangiare, immaginate una rifugiata che viene obbligata a prostituirsi e che succede con i minori…bambini e bambine rifugiati vivono nella miseria senza che vengano rispettati i diritti e vulnerabili ad abusi di tutti i tipi incluso quello sessuale. Chiediamo la protezione del Vaticano o di un’altro organismo internazionale che ci possa difendere da tutte queste aggressioni”, ha dichiarato un rifugiato riconosciuto dall’Acnur Marocco.
Nella notte, il custode della cattedrale, un parroco della chiesa cattolica ha lasciato entrare la polizia marocchina per sgomberare i rifugiati.
La polizia ha utilizzato la forza davanti alle opposizioni dei rinchiusi causando diversi feriti. Sono state ferite anche delle donne che portavano con loro i bambini.

Effettivamente la situazione era tesa da diversi mesi. I rifugiati e le rifugiate chiedono a gran voce un’assistenza concreta ed il diritto al loro reinserimento in un paese terzo. Diritto che viene riconosciuto dalla Convenzione di Ginevra, quando è impossibile conseguire una inserimento degno del rifugiato nel paese dove ha conseguito lo status. Tra le denunce dei rifugiati, per la maggior parte provenienti dalla Costa d’Avorio e dal Congo, prevalgono le seguenti:
– un rifugiato in Marocco non ha il diritto al permesso di residenza né ai servizi pubblici, nè al lavoro.
– Il riconoscimento dello status di rifugiato non impedisce la deportazione di questa persona alla frontiera con l’Algeria.
– Ci sono anche donne che hanno ottenuto lo status di rifugiate, ma che sono obbligate per la situazione in cui si trovano ad esercitare il lavoro di prostituta per provvedere al sostentamento dei propri figli e di loro stesse. I figli e le figlie dei rifugiati non hanno accesso ai diritti umani base come l’educazione e la salute.
– Acnur, di fronte a questa situazione, anche volendo non è capace di coprire le spese di alloggio per i casi più delicati, come donne violentate, mutilate, o di impedire la tratta di persone.
– La carta dell’Acnur non è rispettata dai servizi pubblici né è riconosciuta dalle autorità marocchine.
– In Marocco, i rifugiati e le rifugiate di origine africane siamo considerati come dei volgari clandestini e costretti a subire forme di razzismo sociale e istituzionale.
– I minori e le minori rifugiati non hanno alcun tipo di protezione e soffrono continui abusi.

I rifugiati chiedono:
– Chiediamo il rispetto dei nostri diritti come rifugiati.
– Chiediamo di essere sostenuti dall’Acnur Marocco per le nostre necessità di base, di fronte all’impossibilità di inserici nella società marocchina.
– Chiediamo il reinserimento immediato di minori e di donne che sono considerati casi delicati, per gli abusi che subiscono continuamente in questo paese.
– Chiediamo la protezione da parte di organismi internazionali o altri stati di fronte alla impossibilità di protezione da parte dell’Acnur Marocco.