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L’Europa unita da Lampedusa a Gradisca d’Isonzo

E’ estate, periodo in cui il mare Mediterraneo diventa una possibile porta d’ingresso dell’Europa per centinaia e centinai di migranti. Ogni giorno non mancano notizie di sbarchi, di barche salvate dall’abisso del mare e sfortunatamente non mancano neppure le tragedie. Non sapremo mai quante sono le persone che concludono la loro vita nel tentativo di salvarla, nella speranza di costruire un futuro migliore, un futuro troppo spesso inghiottito dalle onde. Negli occhi delle persone rimangono le immagini di chi c’è l’ha fatta, di chi viene portato a riva dalle motovedette della marina, ma il loro percorso non termina al sud, non finisce a Lampedusa. Li il loro percorso ha appena inizio.

Gli arrivi in massa di migranti attraverso il Mediterraneo hanno riflessi in tutta Italia, anche qui nella nostra regione. Il Cpt di Gradisca d’Isonzo, aperto nel marzo del 2006 e da noi visitato nel giugno di questo anno assieme ad altri giornalisti, quella struttura che è stata definita il “lager modello” dalle realtà che si sono opposte alla sua apertura, sta per entrare a pieno regime.

Dalla sua apertura ad oggi al Cpt di Gradisca, gestito dalla COOP. Minerva, non sono mai state ospitate più di 60 persone contro una capienza record di 250, è uno dei Cpt più grandi d’Italia ma la contestazione che l’ha seguito fin dalla sua costruzione l’ha fatto restare marginale, secondario e sotto utilizzato. E questo forse era un bene anche per la stessa cooperativa che lo gestisce che ha avuto non pochi problemi “interni”. In questi mesi non sono mancate proteste interne, situazioni di tensione e naturalmente fughe nonostante lo spropositato numero di telecamere, sbarre e l’alto muro attorno alla struttura. Perfino le forze di polizia, attraverso i loro sindacati hanno sempre lamentato una mancanza di personale, hanno sempre denunciato di non essere in numero sufficiente per controllare la struttura.

Ora, sull’onda dell’emergenza estiva il Cpt di Gradisca sta cominciando ad ospitare migranti in arrivo da Lampedusa, sono stati organizzati ponti aerei ed in questi giorni all’aeroporto di Ronchi dei Legionari ( Gorizia ) stanno atterrando i primi aerei. In due giorni il numero di migranti nel Cpt è passato da 50 a 200, un passaggio che non può far nascere dei dubbi.

Innanzitutto sulla gestione interna in mano alla Coop. Minerva, gestione contestata inoltre fin dall’inizio dalla Croce Verde che in cordata con altre cooperative aveva fatto un’offerta economicamente migliore, contestazione finita in tribunale al Tar che però ha sancito la legalità della vittoria della Coop. Minerva.

Quelle che però fanno nascere molti dubbi sulla gestione sono le storie raccontate da chi è passato per il Cpt di Gradisca, migranti che attraverso i cellulari hanno raccontato la vita interna, una vita fatta di problemi quotidiani, dai vestiti al necessario per l’igiene, dalle liti con gli operatori ai problemi per i pasti passando per i rischi di contagi dovuti all’uso in comune di rasoi. Mentre la Cooperativa Minerva sui quotidiani locali vantava l’apertura di laboratori interni, tornei di calcio (in un campo di cemento dipinto di verde), i migranti accusavano l’invivibilità di quella struttura. Melting Pot ha cercato di dare visibilità a queste storie, dalle vicende di chi aveva famiglia qui in Italia ed è stato espulso alla storia di Sabri che ha praticato lo sciopero della fame e della sete nella speranza di uscire dal Cpt. Ed erano solo in 50.

E’ facile immaginare che ora la situazione interna peggiorerà, con il rischi che ad agosto non siano solo le temperature a salire.

Melting Pot, Redazione Friuli Venezia Giulia