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Reggio Emilia – Migranti in piazza contro il protocollo con le Poste

1° dicembre 2007 giornata di mobilitazione nazionale

L’iniziativa è stata lanciata dall’Ass. Città Migrante che ha aderito alla giornata di mobilitazione nazionale indetta dall’assemblea delle reti migranti e antirazziste riunitasi a Brescia lo scorso 11 novembre.
Tante e tanti hanno partecipato al presidio contro il protocollo con le Poste, per una regolarizzazione permanente dei migranti, per dire basta all’ipocrisia del Decreto Flussi e per chiedere a gran voce una Sanatoria subito.
E’ stato scelto come luogo per il presidio la Posta della stazione in quanto questa è una zona abitata e frequentata da molti cittadini migranti che hanno avuto modo di conoscere l’Associazione e di unirsi all’iniziativa condividendone i contenuti.

“Siamo uomini e donne che viviamo a Reggio Emilia, siamo quegli uomini e quelle donne che si sono stancanti di pagare per avere un permesso di soggiorno, che si sono stancati di lavorare e non ricevere il compenso.
Siamo quelle donne e quegli uomini che hanno si attraversato un confine ma che quotidianamente se ne trovano davanti altri.
Chi non ha il permesso di soggiorno non può avere un lavoro in regola e l’unica possibilità che rimane è quella del lavoro nero e quindi la privazione di ogni tipo di tutela, anche quella di essere pagato come troppo spesso succede in questa città. Anche il nostro affitto è nero, anche in questo siamo costretti. Come possiamo avere un affitto regolare se non abbiamo un permesso di soggiorno? Dovremmo forse dormire in strada? Siamo i colpevoli, perché qualcuno ha potuto decidere che la nostra vita è clandestina. Per uscire da questo circolo vizioso e smetterla di alimentare l’economia sommersa è necessaria una regolarizzazione permanente dei migranti. Per questo chiediamo una sanatoria subito! E oggi ci prendiamo il diritto di parola per denunciare quello che quotidianamente ci viviamo sulla nostra pelle.

L’ipocrisia del Decreto Flussi continua anche per quest’anno. Tutti lo sanno che circa il 98% delle persone che compilano la domanda vivono e lavorano già in Italia. Allora perché non dare la possibilità di regolarizzarsi qui? Perché siamo costretti a tornare al paese di origine, ai viaggi clandestini a ritroso con tutti i rischi che corriamo, e si continua in questo modo a riempire le tasche dell’economia sommersa?

Chiediamo un impegno concreto per mettere fine a protocolli, decreti o leggi che favoriscono la clandestinità e l’irregolarità e l’introduzione di forme di regolarizzazione permanente da farci uscire dalla condizione infernale della clandestinità, che ci rende braccia da lavoro sfruttabili e ricattabili”.

Voci dal presidio

Olesea – Città Migrante
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El Sayed – Città Migrante
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