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Firenze, lettera al questore: «Ridurre drasticamente i tempi di attesa del permesso di soggiorno»

21 organizzazioni denunciano diversi problemi, tra questi i ritardi fino a settembre 2025

Ph: Cgil Firenze

I tempi di attesa per il rilascio del permesso di soggiorno sono un problema scandaloso e strutturale, uno dei tanti emblemi che ci spiegano il modo in cui le istituzioni considerano le persone straniere, ossia lavoratori e lavoratrici che stanno garantendo al sistema economico italiano di non collassare e che, in termini di diritti, tutele e salario, tornano a loro a malapena le briciole.

A Firenze, città in cui dopo la strage lavorativa del 16 febbraio scorso si è parlato, spesso a sproposito, del nesso tra lavoro, regolarità del soggiorno e sicurezza, 21 organizzazioni del territorio provinciale 1 hanno indirizzato una lettera al questore per chiedere la «drastica riduzione dei tempi di attesa per la consegna dei permessi di soggiorno», considerato che i primi appuntamenti vengono dati a settembre 2025.

Le organizzazioni sono a vario titolo impegnate quotidianamente nella tutela dei diritti dei migranti, dai minori non accompagnati, ai richiedenti asilo fino a coloro che anni ormai risiedono nella zona, e alcune di queste gestiscono anche gli sportelli legali che si interfacciano con la pubblica amministrazione.

Attesa anche di due anni per un appuntamento

La lettera nasce dalla necessità di portare all’attenzione le difficoltà che ogni giorno si ritrovano a dover affrontare i cittadini stranieri all’Ufficio immigrazione della questura, tra appuntamenti fissati con oltre due anni di attesa, tempi di trattazione delle istanze di rilascio e rinnovo dei titoli di soggiorno ben oltre i termini previsti dal Testo unico immigrazione, strumenti di prenotazione online inidonei e comunicazioni poco chiare che spesso portano ad ulteriori necessari appuntamenti con tempi sempre più dilatati per il rilascio dei documenti. Le organizzazioni firmatarie evidenziano «che al momento vengono fissati primi appuntamenti al settembre 2025 in una situazione che oltre ad essere fonte di gravissimo pregiudizio per le ragioni dei singoli, determina incertezza sia circa la loro condizione giuridica, che sotto il profilo del mancato accesso ai diritti civili e sociali».

Difficoltà con gli strumenti online

Per quel che riguarda gli strumenti online adottati dall’Ufficio immigrazione della questura di Firenze negli ultimi anni, viene spiegato come questi abbiano causato ulteriore maggior disagio: «L’adozione nel giugno del 2019 del portale www.cupa-project.it e successivamente, dal giugno del 2021 del portale www.prenotafacile.it per la gestione on-line degli appuntamenti presso l’Ufficio Immigrazione, risultano infatti estremamente difficoltosi per portare a termine la procedura telematica per ottenere un appuntamento e, nelle ipotesi in cui si riesca ad accedere al servizio, l’appuntamento in questura viene fissato a distanza di diverse settimane o mesi. Accade spesso poi che l’utente sia invitato a prendere un nuovo appuntamento (con le medesime modalità) per integrazioni richieste nella documentazione della domanda, senza che in occasione del primo appuntamento venga rilasciata alcuna ricevuta o attestazione che documenti la pendenza del procedimento amministrativo».

Problemi per le domande di protezione internazionale

Stesse problematiche, spiegano, vengono evidenziate anche nella presentazione della domanda di protezione internazionale, con appuntamenti per la redazione del Modello C3 che superano un anno, tempi che violano la normativa in materia, che prevede l’immediatezza della ricezione della domanda. «Ad aggravare la già difficile situazione – continuano le organizzazioni firmatarie – si aggiunge la difficoltà di comunicazione dovuta all’assunzione da parte dell’Ufficio Immigrazione di una pluralità di indirizzi Pec, le cui comunicazioni rimangono per lo più prive di riscontro, generando confusione tra gli utenti e gli operatori».

Ulteriori criticità, aggiungono si riscontrano per i ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno per i minori e per la conversione in altro tipo di permesso al compimento della maggiore età e il superamento di questo status quo agevolerebbe senza dubbio l’inserimento nei percorsi di inclusione e favorirebbe il completamento dello stesso percorso riducendo i rischi di sfruttamento lavorativo con tutte le gravi conseguenze che esso comporta.

Infine con la lettera viene richiesto «un confronto costruttivo anche con gli uffici della questura per migliorare le modalità e la qualità del lavoro di tutti con effetti positivi sull’utenza».

  1. Anelli mancanti, Arci empolese Val d’Elsa Aps, Arci Firenze Aps, Asgi, Asiri odv, Associazione dei senegalesi di Firenze e circondario, Associazione dei Tutori Volontari di Minori Stranieri Non Accompagnati Regione Toscana, Cat cooperativa sociale, Cgil Firenze, Consorzio Coeso Empoli, Consorzio metropoli Firenze, Coop.21, Cospe, Csd-Diaconia Valdese, L’Altro Diritto centro documentazione su carcere devianza e marginalità, Medici per i diritti umani, Movimento civile Umani per r-esistere, Nosotras Onlus, Oxfam Italia, Progetto accoglienza e Progetto arcobaleno.

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