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Comunicato stampa Arci

Deportazioni di massa di migranti disposte dalle autorità libiche

“L’Italia annulli gli accordi stipulati con la Libia in materia di immigrazione.”
Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci

Il Governo di Tripoli ha annunciato ieri con un comunicato stampa (diffuso dall’agenzia Jana) che “tutti gli immigrati illegali” presenti sul territorio nazionale saranno espulsi “senza eccezioni”.

Si tratta, secondo una stima delle autorità libiche, di 2 milioni di persone. Tra questi numerosi richiedenti asilo e rifugiati, provenienti in maggioranza dal Corno d’Africa, donne e minori.

Da anni l’Italia e la l’UE “corteggiano” il dittatore libico, per il ruolo di supporto che dovrebbe svolgere nella realizzazione delle politiche restrittive in materia di immigrazione. E, per non deludere le attese, la Libia decide una deportazione di massa senza precedenti nel recente passato.

Si compie così una tragedia annunciata, frutto delle scelte di esternalizzazione delle frontiere decise dall’UE e dai suoi Stati membri. Scelte condivise dall’Italia e da questo Governo.

Abbiamo più volte denunciato i rischi insiti in queste scelte e nella decisione di collaborare in questa materia con Paesi che, come la Libia, non forniscono alcuna garanzia sul rispetto dei diritti umani e, segnatamente, del diritto d’asilo e sulla tutela delle categorie vulnerabili.

Le testimonianze raccolte nel corso dell’estate a Lampedusa confermano il quadro, con racconti di violenze e torture continue ai danni degli immigrati da partesi funzionari libici.

Nonostante questo, il Ministro dell’interno Amato ha stipulato il 29 dicembre scorso un accordo di pattugliamento congiunto col Ministro degli Esteri libico Abdurrahman Mohamed Shalgam. Accordo che prevede anche il trasferimento di risorse economiche al Governo di Tripoli.

Simili accordi, spacciati come misure di lotta al traffico di essere umani, hanno finora determinato essenzialmente un cambiamento delle rotte migratorie, con i rischi conseguenti: si percorrono rotte più lunghe su imbarcazioni più piccole, sempre più spesso affidate direttamente ai migranti. In sostanza, queste misure determinano l’aumento delle morti di frontiera. I pattugliamenti congiunti e le operazioni di Frontex, infine, impediscono o rendono ancora più pericoloso l’arrivo in Europa non solo dei migranti, ma anche dei richiedenti asilo.

Per questo, chiediamo:

– Al Governo italiano di rendere noto il contenuto ed annullare tutti gli accordi ad oggi stipulati con la Libia nel settore dell’immigrazione.
– Al Governo e alla maggioranza di intervenire per bloccare questa deportazione di cui rischiamo di essere complici.
– Ai parlamentari europei di intervenire a tutela dei diritti umani in un Paese che costituisce di fatto una frontiera esterna dell’Unione europea.
– Al ministro dell’Interno di congelare la partecipazione dell’Italia al programma Frontex, che rischia di produrre ulteriori deportazioni di massa dalla Libia di migranti e richiedenti asilo
– Ai parlamentari nazionali ed europei di attivarsi per garantire un effettivo monitoraggio del rispetto dei diritti umani in Libia.

Queste richieste saranno oggetto di una lettera che invieremo nella prossime ore al Presidente del Consiglio, ai ministri competenti, ai parlamentari e agli europarlamentari italiani.

Roma, 17 gennaio 2008