Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Lettera aperta alla CGIL, alla FILT CGIL e ai lavoratori iscritti a questo sindacato

ADL Cobas

Vi inviamo, a parziale conclusione della vertenza con TNT-Gesconet, questa lettera al fine di rendere pubbliche alcune riflessioni che sono state fatte dai firmatari di queste note, nell’intento di fare chiarezza oggi sul senso profondo di fare sindacato oggi. Fino all’8 febbraio ci era venuta una mezza idea di provare ad interrogarci sul fatto se esistevano margini per aprire un confronto, sia pure aspro, con voi della CGIL e della FILT. Nella giornata dell’ 8 febbraio ci è capitato tra le mani un volantino firmato dalle segreterie riunificate CGIL e FILT CGIL, nel quale le due sigle sindacali rivendicano interamente a sé il risultato ottenuto in Prefettura per la vertenza con TNT-Gesconet. Increduli, abbiamo provato a rileggerlo, ma non vi era alcun riferimento, non diciamo al ruolo che ha avuto l’ADL-Cobas, ma nemmeno alla lotta durissima che i lavoratori della TNT hanno fatto dal 25 gennaio al 7 febbraio. Ci dispiace constatare come l’insieme dei fatti accaduti in questa vicenda con questo incredibile e un po’ osceno epilogo finale, ci porta a dire che la strada per un dialogo è molto difficile. Tuttavia quanto accaduto ci porta comunque a dover fare alcune considerazioni sulla natura di questo sindacato e sulle sue, oramai compiute, modificazioni genetiche subite. Proviamo, tanto per spiegarci provare a ricostruire la vicenda della TNT.

Verso il mese di maggio del 2007, alcuni soci-lavoratori della FastCoop-TNT di Limena si rivolgevano all’ADL per avere un supporto materiale per iniziare un percorso di lotta, per farla finita con una situazione divenuta insostenibile. Si iscrivevano al nostro sindacato circa 70 lavoratori su una novantina presenti tra i tre turni di lavoro.
Iniziava così un percorso di lotta che si sostanziava in una serie di richieste assolutamente di buon senso, quali la formulazione di una busta paga regolare su base oraria, in modo da poterla leggere, l’istituzione di un “buono pasto”, il pagamento degli scatti di anzianità mai pagati prima, una forma di integrazione per la malattia, la creazione di uno spazio per le pause, visto che quello che c’era era uno spazio indegno per ospitare persone.

Su questi punti, poiché la risposta data dalla controparte era complessivamente negativa, partiva una lotta durissima che portava al blocco per alcuni giorni del magazzino di Limena. Cosa avete fatto, in quel contesto, voi della CGIL? Siete venuti a portare la vostra solidarietà? Avete convinto i vostri due o quattro iscritti a partecipare alla lotta per la conquista di qualche piccolo diritto?
Nulla di tutto ciò. Avete mandato dei vostri militanti o funzionari, mentre i lavoratori erano là che bloccavano i cancelli 24 ore su 24, a cercare di convincerli che quella lotta era sbagliata che era meglio se smettevano, altrimenti avrebbero rischiato di perdere tutto. SIC!!! Ma quei lavoratori in lotta erano troppo determinati e le ragioni della loro lotta erano troppo forti per cedere di fronte a tali meschini argomenti e entro luglio riuscivano a strappare a FastCoop e a Gesconet-TNT una importante vittoria che vedeva riconosciuti quasi interamente gli obiettivi rivendicati. Va rilevato che qualche decennio fa, anche voi della CGIL chiamavate quei sindacati che si comportavano in questo modo “sindacati gialli”.
Ma andiamo avanti. Il 25 febbraio i lavoratori del turno di pomeriggio che si recavano al lavoro trovavano i cancelli della TNT chiusi, il magazzino svuotato e una letterina consegnata a mano, nella quale si informava il lavoratore che era cessato l’appalto con TNT e che potevano considerarsi liberi di ricercarsi un altro impiego. Quello stesso giorno, un lavoratore che casualmente era andato a prendersi un caffè, poco prima che il magazzino chiudesse del tutto, trovava affisso alla macchinetta del caffè un volantino a firma FILT CGIL nel quale invitavate i lavoratori ad andare il giorno dopo in CGIL per discutere del cambio di appalto e del fatto che sapevate che c’era già una nuova cooperativa che sarebbe subentrata e che bisognava discutere serenamente del loro futuro. SIC!!!! 100 persone venivano buttate in strada e voi avete avuto il coraggio di invitare i lavoratori, peraltro al novanta per cento iscritti ad un altro sindacato, a partecipare ad una vostra assemblea per discutere serenamente del cambio d’appalto?

Ora, a fronte di comportamenti di questo tipo, è difficile trovare le parole per esprimere le sensazioni e gli stati d’animo che sono stati espressi dai lavoratori al presidio. Più che incazzatura ed indignazione, c’era soprattutto uno stupore che si trasformava in nausea. Scherzando, ci si interrogava su che tipo di sostanze psicotrope o allucinogene vengano normalmente usate in Via Longhin, visto che l’enormità di quanto posto in essere trovava spiegazioni razionali plausibili.

Inizia così il Presidio Permanente, viene denunciata con forza la gravità di un atto unilaterale di serrata da parte di TNT-Gesconet, la finalità chiarissima dell’operazione messa in atto e il ruolo “compiacente” da voi avuto. Compiacente, in quanto, nel momento in cui, senza minimamente mettere in discussione la scelta operata dai due soci in malaffare, avete pensato che non era necessario dare alcuna risposta in termini di lotta, ma bisognava semplicemente pensare al passaggio ad una nuova cooperativa, senza porvi neppure una domanda sul perché stava avvenendo tutto ciò, sul perchè non erano stati rispettati i tempi previsti per la comunicazione del cambio d’appalto, scrivendo addirittura che il cambio era avvenuto nel rispetto della legge. Successivamente avete corretto il tiro, emettendo un comunicato generico sulla necessità di salvaguardare i livelli occupazionali e la tutela dei diritti dei lavoratori, senza, ancora una volta entrare nel merito delle motivazioni vere dell’operazione.
Nei gironi seguenti la lotta si articola in vari modi e si pone l’obiettivo principale di portare TNT ad un tavolo negoziale per scoprire le carte e spiegare ai lavoratori il perchè della scelta attuata e i piani futuri del magazzino di Limena.
Nella giornata di lunedì 4 febbraio, dopo il presidio attuato la mattina alla filiale TNT di Treviso, verso le 18,30 ci arrivava dalla prefettura la notizia che la nostra richiesta era stata accettata e la mattina seguente ci sarebbe stato l’incontro con TNT. Il Presidio, come promesso, decideva di sospendere le iniziative di lotta di trasferirsi il giorno dopo davanti alla prefettura per l’incontro con TNT.
La mattina seguente, con grande sorpresa nostra e di tutti i lavoratori troviamo che all’incontro ci siete anche voi e ci viene detto che siete stati convocati dalla Prefettura. Dobbiamo confessarvi che abbiamo avuto molta difficoltà a capire il senso della vostra presenza in quella sede. E il motivo e molto semplice: noi ADL, assieme a tutti i lavoratori, siamo rimasti lì, davanti alla TNT per 10 giorni, al gelo, sotto la pioggia, siamo andati a Vicenza, a Verona e a Treviso per convincere TNT a sedersi ad un tavolo di trattativa. Finalmente arriva questo incontro e chi ti troviamo? Troviamo voi, anche se non avete fatto assolutamente nulla per sostenere quella lotta. Non siete venuti nemmeno a portare qualcosa da mangiare, o del buon caffè, qualche brioches, niente! Eppure siete là, puntuali, davanti alla Prefettura, al gran completo, segretari, sottosegretari e sotto dei sottosegretari: una delegazione composta di ben 6 persone, in rappresentanza dei 3 o 4 iscritti che avevate nel magazzino di Limena, pronti a spiccare il volo verso il magico tavolo della trattativa. Perchè è là che esprimete il meglio di voi stessi: mattatori nati, combattenti di prima categoria, con le parole riuscite a smuovere le montagne. Peccato che senza le lotte le parole servono a ben poco.
Per concludere possiamo solo ringraziarvi per averci fatto capire meglio cos’è la CGIL oggi ed il sindacato confederale più in generale. Ciò ci servirà in futuro per capire meglio quello che bisogna e quello che non bisogna fare.

Per ADL-Cobas Stefano Pieretti, Gianni Boetto; in rappresentanza dei lavoratori TNT Abdouh Larbi, Odinnuta Osita Aloysius, Doghman Aissa, Mouhib Kalid, Dike Chimezie Kenneth