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dal Messaggero Veneto del 7 maggio 2008

Blitz della polizia, sgomberato l’ex macello

L'edificio di via Sabbadini era utilizzato da tempo come dormitorio da alcuni rifugiati politici

Controllati alcuni giovani eritrei ed etiopi che si trovavano all’interno dei locali al momento dell’irruzione degli agenti. Il sindaco: domani un vertice per trovare una soluzione

Udine – Un gruppo di rifugiati politici usciti dal Centro di permanenza temporanea (Cpt) di Gradisca aveva trovato alloggio nell’ex macello di via Sabbadini. Lì 5 giovani, etiopi ed eritrei, avevano allestito i giacigli di fortuna che impedivano ai tecnici incaricati dal Comune di
fare i sopralluoghi per redigere il progetto di restauro.
Ieri il blitz della polizia: i locali sono stati sgomberati, mentre domani la questione sarà analizzata in un vertice a palazzo D’Aronco.
L’operazione voluta dal questore, Giuseppe Padulano, e condivisa dal sindaco, Furio Honsell, è scattata alle 10. A quell’ora tre Volanti della Squadra mobile hanno fatto irruzione nell’area dismessa e sorpreso cinque uomini di nazionalità etiope ed eritrea, con un’età compresa tra i 19 e i 25 anni, mentre bivaccavano all’interno. Per
accedere negli spazi un tempo adibiti a macello e destinati ad ospitare in futuro un centro culturale, gli extracomunitari avevano tagliato i lucchetti e sistemato all’interno reti, materassi, coperte, un frigorifero e anche una stufa per riscaldarsi. In pochi minuti, i
cinque “ospiti” sono stati costretti a uscire prima di essere accompagnati in questura per gli accertamenti del caso.
Contemporaneamente venivano allontanati anche altri quattro, tra sudanesi e somali, che si aggiravano nella zona di via Sabbadini, nei pressi della nuova sede regionale.
Dai controlli è emerso che i senzatetto sono tutti in possesso di permesso di soggiorno della validità di un anno e godono dello status di rifugiati politici e quindi di protetti umanitari. Uno di loro ha documenti in regola validi per tutto il 2009.
A mettere in sicurezza l’area sono stati gli agenti della polizia municipale che, dopo aver perlustrato ogni angolo dell’area dismessa, hanno chiesto il supporto degli operai comunali per saldare le porte.
Non è la prima volta che il Comune allontana rifugiati politici che trovano alloggio nell’ex macello. Era successo poco prima di Pasqua quando alcuni, provenienti dal Sudan e dall’Etiopia, sono stati accolti dal centro Balducci di Zugliano.
Ieri, però, il blitz della polizia ha sollevato un nuovo caso sicurezza in città. Tant’è che domani la questione sarà analizzata nel corso di un vertice tra servizi sociali, polizia municipale e gli addetti del Centro servizi per stranieri di palazzo D’Aronco.
L’obiettivo è quello di trovare una sistemazione adeguata ai rifugiati politici che non risultano iscritti ad alcuna lista di collocamento. «È chiaro che l’ex macello deve essere sgomberato se non altro per consentire l’avvio dei lavori entro i termini previsti» sostiene il sindaco, nel precisare che «il Comune non ha la possibilità di dare
una risposta ai rifugiati politici che dormivano nell’ex macello dopo essere usciti dal Cpt senza un percorso d’integrazione definito». Non a caso, Honsell ha già contattato il centro di Zuliano per verificare
se può accoglierli.