Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Reggio Emilia, 1 maggio – Non siamo clandestini, siamo tutti cittadini

In 2000 alla manifestazione del 1 maggio migrante a Reggio Emilia

Volevate braccia sono arrivati donne e uomini , questo lo striscione di apertura del 1 maggio migrante di Reggio Emilia. La manodopera migrante ha voluto riprendersi le strade e le piazze della città non solo dove si lavora ma sopratutto dove si vuole costruire un futuro fatto di dignità per tutti e tutte.
Un corteo auto-organizzato che ha visto un tassello importante della partecipazione dei migranti alla vita di questo paese. I migranti contribuiscono alla richezza economica ma sono esclusi dal riconoscimento dei diritti. Proprio per questo la parola dignità è stata uralata a gran voce ed ha riempito le strade del centro cittadino.
Un fiume di persone che vive quotidianamente nell’invisibilità , che alimenta l’economia sommersa, che viene comunemente etichettata come criminale. Questa parte di città che viene chiamata clandestina ha gridato tutto il dolore e gli abusi che vive ogni giorno ma anche la voglia di autodeterminarsi e di uscire allo scoperto e lo ha fatto il 1 maggio insieme a quella parte di persone che nella città ci sono nate ma che insieme a questi nuovi cittadini vogliono costruire un futuro migliore e comune.
Tutti sanno che noi qui lavoriamo e che lo facciamo in nero, e che molte volte siamo costretti a pagare un permesso di soggiorno. Noi contribuiamo all’economia del paese ma non ci vengono riconosciuti i diritti. Anzi veniamo chiamati criminali. Chi non ha il permesso di soggiorno non è un criminale, è una persona che è costretta ad accettare un qualsiasi lavoro e che troppo spesso viene sfruttata. Per questo chiadiamo una sanatoria generalizzata per poter uscire dall’invisibilità e perchè sarebbe il primo passo per combattere il lavoro nero; non come si sta facendo ora dando espulsioni!– racconta Adil.

Non si può continuare a far finta di non vedere che esistiamo e che siamo una parte importante di questa città , si diceva dal caminon che giudava il corteo. La dimostrazione di una voglia di partecipazione e visibilità concreta.

Un giorno che non vuole passare in silenzio, che ha portato delle istanze a cui deve essere data una risposta.
Per questo si è voluto lasciare un segnale reale nella Piazza principale. Una delegazione dell’Associazione Città Migrante ha attaccato sulla porta del Comune la lettera indirizzata al Sindaco in cui si chiede di guardare questa parte importante di Reggio Emilia a cui dichiara sui mezzi di comunicazione di dare la caccia, di non nascondersi di fronte alla richiesta di uscire dalla clandestinità assumendosi la responsabilità di un incontro con una delegazione dell’associazione, il questore, il prefetto ed egli stesso per discutere dei temi che il 1° maggio hanno riempito con forza e determinazione le strade di questa nuova città meticcia.

Vedi anche:
La cronaca della giornata
Reggio Emilia, 1 maggio – Protagonisti nella costruzione del nostro futuro
25 aprile e 1 maggio – Da Verona a Reggio Emilia prendono parola gli invisibili

El Sayed, Ass. Città Migrante
khaled, Coordinamento Migranti Verona
Victoria, Biologna
Dal camion durante l’entrata nella Piazza principale
Mattias, redazione Pollicino gnus
Abdul, Città Migrante

Olesea, Città Migrante spiega le motivazioni della lettera indirizzata al Sindaco

Galleria forografica a cura di Nicoletta Acerbi