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Da Carta del 14 maggio 2008

Torna lo spauracchio della rapitrice di bambini

Il quartiere di Ponticelli, a Napoli, è presidiato dalla polizia. È lì che sabato sera una sedicenne rom si sarebbe introdotta in un appartamento, e avrebbe tentato di rapire una bambina di sei mesi. Bloccata dall’intervento della madre e del nonno della bambina. E poi dall’intero quartiere, allarmato dalle grida, la ragazza è sfuggita al linciaggio per poco.

Non è la prima volta che si inveisce invano contro i rom «ladri di bambini», come fa l’edizione odierna de Il Giornale. Non importa che non esista in Italia alcun caso di rapimento di bambini da parte di rom. La stampa torna regolarmente a impossessarsi di questo spauracchio. Ogni volta lo scenario è lo stesso. Una donna rom, a torto chiamata nomade, tenta di rapire un bambino, viene in qualche modo fermata e rischia il linciaggio da parte di cittadini inferociti, i quotidiani ne fanno i grandi titoli per giorni prima di dover annunciare rettifiche. Ogni volta l’episodio da luogo alla richiesta unanime – o quasi – di più sicurezza. E quando arrivano le rettifiche, la politica si è già data un bel da fare.

È accaduto esattamente questo il 30 luglio 2007, quando – come scrisse La Repubblica online–venne «sventato un sequestro a Isola delle Femmine», in Sicilia. La donna rom arrestata sulla spiaggia e accusata di aver tentato di rapire un bambino nascondendolo sotto la gonna, verrà liberata dopo 24 ore di fermo. Dopo la vicenda, a poco è servito il richiamo del segretario dell’Ordine nazionale dei giornali Enzo Iacopino che ricordava: «Quando scriviamo, dobbiamo farci carico della responsabilità che le nostre parole hanno, conseguenze anche violente per le persone che citiamo… a volte, come in questo caso, [accuse] assolutamente infondate…dobbiamo avere più rispetto per l’altro».
La stampa di oggi non raccontare che «sabato sera – come spiega Marco Nieri, il presidente dell’Opera nomadi di Napoli – un rumeno è stato accoltellato. È ricoverato in gravi condizioni all’ospedale, non sono riuscito a sapere quale, per le ferite riportate». Sono in molti, tra gli adetti ai lavori, a dubitare della versione dei fatti servita dai media. Secondo Annamaria De Stefano, Responsabile dell’Ufficio rom e patti di cittadinanza del Comune, «assistiamo come altre volte allo spiattellare di di uno grosso stereotipo sui rom. È molto più probabile che la ragazza incriminata sia entrata in quell’appartamento per rubare qualche oggetto di valore, non certo una bambina». Un parere condiviso anche da Marco Nieri, «la mamma della bambina ha già dato versioni contradditorie, ma le indagini sono tuttora in corso e mi riservo di vedere il loro esito. Intanto però posso affermare che di solito i rom non rubano i figli di ‘gadgi’. Comunque sia, il clima è pesantissimo, c’è stato un vero e proprio tentativo di linciaggio».

Tra i circa cinquecento rom di Ponticelli, che vivono in sei campetti, molti hanno alle spalle diversi sfratti. «I rom che abitano qui – spiega Marco Nieri – si arrabattano a vivere. Non ci sono grandi fenomeni delinquenziali. L’illegalità riveste per lo più la forma di vendita di Ape usate senza il debito passaggio di proprietà o l’occupazione del suolo demaniale. Nonostante le strumentalizzazioni politiche, non siamo di fronte a un’emergenza securitaria ma a un’emergenza umanitaria». Nei campi di Ponticelli non c’è l’acqua corrente, né i servizi igienici.

Parole che non trovano terreno favorevole tra quelli che già parlano di istituire ronde a Ponticelli. E ora si teme l’ennesimo sfratto. «Una pratica inutile – tiene a precisare Nieri – come le ronde, o la giustizia fai da te. Per buttare giù una baraccopoli servono tra i 40 mila e i 100 mila euro. Serve invece che le istituzioni locali rispettino gli impegni precisi che hanno preso, a partire dalla riallocazione di queste famiglie». Anche perché ad agosto dovrebbe partire, proprio a Ponticelli, il cantiere per la Città della musica.
Il neoministro dell’interno Roberto Maroni ne ha approfittato per ribadire che «nel vocabolario del ministro dell’interno non esiste la parola ‘sanatoria’ ma esiste la parola ‘contrasto’ all’immigrazione clandestina e sicurezza dei cittadini». Secondo Maroni bisogna dare risposte a tutti, ma in particolare «alla ragazza di Napoli». Presto fatto: il pacchetto sicurezza, aggiunge l’esponente della Lega, è quasi pronto e già tra mercoledì e giovedì il governo avrà messo a punto i nuovi provvedimenti che saranno poi portatati al Consiglio dei ministri la settimana prossima. «La priorità del governo–ha affermato Maroni, in caso qualcuno ne dubitasse ancora–è la sicurezza». Tanto che il ministro della difesa Ignazio La Russa non ha escluso in un’intervista a La Sicilia il coinvolgimento dell’esercito. «L’esercito viene di solito impiegato per difesa esterna e non interna–ha detto La Russa–ma non escludo nulla. Bisognerà valutare con attenzione. Domani sulla sicurezza abbiamo un incontro con Maroni e Alfano e discuteremo anche di questa eventualità, tenendo presente che abbiamo molti militari impiegati nelle missioni all’estero».

Sarah Di Nella