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Soppressione del divieto di segnalazione: un pericoloso passo indietro, ma per noi non cambierà nulla

Intervista al Dott. Carlo Belloni, chirurgo, membro del Consiglio di amministrazione di Medici Senza Frontiere- Italia

Il Dottor Belloni, medico chirurgo di Padova e membro del Consiglio Direttivo Amministrativo di Medici senza Frontiere, in questa intervista ci parla della pericolosità di questo emendamento che potrebbe innescare una vera e propria bomba sanitaria. E’ soprattutto il Pronto Soccorso la struttura in cui l’utilizzo di questo strumento potrebbe essere usato dai medici per limitare l’uso eccessivo ed improprio di questo ambiente.

Voi avete lanciato un appello che inizia citando il giuramento di Ippocrate e promosso una campagna con altre organizzazioni contro questo emendamento, cosa succede adesso?
Sicuramente si viene a creare una conflittualità tra la confidenzialità e se vogliamo anche il rapporto di empatia naturale che si deve creare tra medico e paziente. Prende piede invece un rapporto di sospetto da parte del paziente, di paura, che può tramutarsi in una denuncia ad un’autorità giudiziaria da parte di un medico che, dal mio punto di vista, dovrebbe esclusivamente limitarsi proprio per una scelta etica e deontologica ad una prestazione squisitamente professionale e tecnica.

Quali le conseguenze di fatto se l’emendamento passasse anche alla Camera?
Dipende ovviamente dalla discrezionalità del medico. Come ha detto giustamente Galan è un problema, non solo deontologico, ma anche di salute pubblica. Non è un problema del medico nei confronti del paziente, ma anche un problema di un paziente che per paura, per timore, non andrà a farsi visitare.
Per cui dal punto di vista epidemiologico una possibile bomba innescata che resta sconosciuta al medico.
Io credo che nel Veneto c’è una forte conflittualità, però abbiamo una buona sanità pubblica con strutture come le cucine popolari, dove io personalmente lavoro, che riescono a compensare in qualche modo questa paura che potrebbe esserci in un paziente “irregolare”. Dall’altra parte però penso anche ad una struttura così fragile, così esposta come il Pronto soccorso in cui c’è sicuramente un uso improprio di questa struttura sia da parte degli italiani che degli immigrati, per cui penso che in una situazione di stress, di affaticamento i medici del Pronto soccorso, potrebbero anche usufruire di questo strumento per limitare l’uso eccessivo ed improprio di questo ambiente.

Torna questo tema che vediamo anche su altri provvedimenti, il tema del sospetto, della minaccia latente, che pone assolutamente un rischio. La bomba sanitaria a cui accennava lei prima è abbastanza paradossale se pensiamo che il DDL 733, parla di misura per la sicurezza pubblica, ma anche per quanto riguarda la spesa pubblica questa cosa rischia di essere un boomerang…
Lo trovo assolutamente pertinente questo paradosso che fa parte di un “pacchetto sicurezza” che dal punto di vista sanitario potrebbe avere l’effetto assolutamente opposto.

Una cosa interessante mi sembra il riferimento alle strutture “parallele”, come le cucine popolari o la Croce Rossa. Quali saranno le difficoltà? Cosa succederà anche rispetto alle missioni di MSF in altre parti d’Italia?
Dal nostro punto di vista non cambierà assolutamente nulla, anzi si moltiplicherà se vogliamo lo sforzo. Sia qui alle cucine popolari che alla Croce Rossa avremo forse una maggiore affluenza di pazienti, cercheremo in qualche modo di compensare delle carenze o un mancato accesso al Pronto soccorso per questi timori.
Per quanto riguarda il territorio nazionale come MSF siamo già presenti al sud, abbiamo missioni sia in Sicilia che in Campania, sia per gestire l’arrivo dei migranti dopo l’attraversamento del Mediterraneo sia nel controllo sanitario dei lavoratori stagionali nell’agricoltura che anche quelle sono situazioni sociali e sanitarie spaventose. Sono irregolari e hanno problemi sanitari non indifferenti. Li stiamo gestendo ma stiamo tentando di tamponare questa situazione. Non possiamo fare tutto e in questo momento abbiamo la sensazione il governo sta facendo un pericolo passo indietro e la situazione, dal punto di vista dell’assistenza sanitaria peggiorerà.

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