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Maroni: meno sbarchi e stretta su flussi

Nuova stretta sull’immigrazione: dopo i rimpatri immediati e la decisione di costruire nuovi Centri di identificazione ed espulsione, il governo si appresta ad approvare un decreto flussi che, di fatto, garantirà il permesso di soggiorno “solo ed esclusivamente” ad 80mila lavoratori stagionali che potranno rimanere in Italia per un periodo non superiore ai nove mesi. L’annuncio arriva direttamente dal ministro dell’Interno Roberto Maroni nel corso del Question time alla Camera, che il ministro utilizza anche per rendere nota la data d’inizio dei pattugliamenti davanti alle coste della Libia (il 15 maggio) e per sottolineare come la politica del rigore stia pagando visto che dall’inizio dell’anno gli sbarchi sono diminuiti del 15% rispetto allo stesso periodo del 2008. E “questo grazie – dice – al lavoro di manutenzione degli accordi bilaterali che ho fatto, in particolare con i paesi del Maghreb”. La decisione di varare un decreto flussi solo per gli stagionali, spiega Maroni, è¨ dovuta alla crisi economica e alla necessità “di tutelare i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro”.

Una scelta condivisa da tutto il governo visto che, prosegue il titolare del Viminale, “ha accolto l’ordine del giorno” presentato nel corso della discussione sulla conversione in legge del dl sicurezza che chiedeva di sospendere per due anni l’adozione di nuovi decreti flussi. Ad accedere alle quote saranno dunque soltanto 80mila stagionali, per un periodo che va da 20 giorni a 9 mesi, impegnati nei settori dell’agricoltura e del turismo. Ma chi assicura che non rimarranno in Italia? “Sono lavoratori che vengono tutti gli anni – E’ la risposta di Maroni – con i quali c’è un rapporto di grande correttezza. E, soprattutto, c’è l’impegno delle associazioni di categoria a controllare che poi al termine del contratto tornino al paese d’origine”. Dunque, “non creano problemi e non ci sono problemi di nessun tipo”. All’annuncio di Maroni hanno fatto seguito, immediate, le critiche dell’Arci – “il blocco dei flussi c’è dal 2007, il vero problema è¨ la regolarizzazione dei rapporti di lavoro già esistenti”, sottolinea il responsabile immigrazione Miraglia – e dell’Adoc, secondo cui ad essere danneggiato sarà un milione di famiglie che necessitano dell’aiuto costante di una badante. Quanto agli sbarchi sulle coste di Lampedusa, Linosa e Lampione, sostiene il ministro, dall’inizio dell’anno al 15 marzo c’è stato un calo del 15%.

E “in Puglia, Calabria e Sardegna mentre nel 2008 sono avvenuti 2.411 sbarchi, dal 1 gennaio al 15 marzo in Puglia e Calabria non si sono registrati arrivi e in Sardegna sono giunte soltanto 34 persone”. Ma non solo: nei primi due mesi del 2009, “sono stati effettivamente rimpatriati, non solo respinti o ‘intimati’ 3.129 clandestini nei paesi d’origine, in particolare la Tunisia”. Una situazione che vista dal Viminale migliorerà ancora quando, entro due mesi, partiranno i pattugliamenti con la Libia (l’addestramento del personale libico inizierà nei prossimi giorni e durerà circa un mese). “Sono fiducioso che l’accordo funzionerà – conclude Maroni – quindi potremo vedere drasticamente ridotta, se non addirittura definitivamente conclusa, come mi auguro, l’affluenza di clandestini sulle coste italiane e che possa iniziare, quindi una nuova stagione che riguarda i flussi di immigrati regolari e la fine degli sbarchi”.