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La Libia respinge le raccomandazioni dell’Onu

La Libia ha respinto oggi a Ginevra le raccomandazioni, formulate in ambito di esame Onu, di adottare una legislazione sull’asilo e di firmare un’intesa sulla presenza dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) nel Paese. Tripoli ha respinto tra l’altro anche la raccomandazione di abolire la pena di morte e di garantire l’uguaglianza delle donne davanti alla legge e nei fatti.

Le raccomandazioni su asilo e Unhcr erano state formulate all’Onu da Paesi quali gli Stati Uniti ed il Canada nell’ambito dell’Esame periodico universale della situazione dei diritti umani in Libia, martedì scorso a Ginevra. Tripoli ha anche rifiutato la raccomandazione di abolire la pena di morte, ma ha al tempo stesso rinviato la propria risposta alla richiesta di adottare una moratoria sulle esecuzioni in vista dell’abolizione della pena capitale.

La Libia – nelle sue risposte alle 97 raccomandazioni formulate dai Paesi membri dell’Onu nel corso dell’esame – ha respinto inoltre la raccomandazione di aderire al Protocollo del 1967 della Convezione dell’Onu sullo status dei rifugiati. In tutto, la Libia ha accettato 66 raccomandazioni (quasi tutte firmate da Paesi amici) e ne ha respinte 25 (formulate in primo luogo da Paesi occidentali). Tra le richieste bocciate, quella di garantire l’uguaglianza delle donne davanti alla legge e nei fatti, presentata da Israele. L’esame periodico universale è il nuovo meccanismo di controllo istituito con il Consiglio dei diritti umani dell’Onu per valutare la situazione dei diritti umani in tutti i 192 Paesi membri delle Nazioni Unite ogni quattro anni. Durante l’esame, i Paesi membri formulano osservazioni e raccomandazione allo Stato sotto scrutinio. L’8 giugno scorso la Libia aveva annunciato la chiusura dell’ufficio dell’Unhcr a Tripoli, successivamente la presenza dell’Unhcr è stata accettata ma solo per occuparsi dei casi pregressi.