Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Idomeni – The end of hope

Report di Angela e Tommaso, campagna solidale #overthefortress

Idomeni – La chiusura dei confini ha avuto uno dei suoi esiti più drammatici solo pochi giorni prima dei recenti trattati tra UE e Turchia. 1500 persone hanno cercato di attraversare il confine greco macedone in uno dei pochi punti rimasti senza filo spinato. Fra loro vi erano soprattutto famiglie con bambini, anziani e persino persone in sedia a rotelle, vittime delle politiche criminali dell’Unione Europea. Nel loro viaggio hanno attraversato un fiume, nel quale solo poche ore prima tre persone erano già annegate nel tentativo di guadarlo. Fra di loro vi era anche una donna incinta.

Tutti loro, come chiunque fosse allora all’interno del campo di Idomeni, aspettavano con ansia i risultati dei recenti accordi tra l’Unione Europea e la Turchia. Il 17 marzo era per i migranti l’ultima speranza, seppur minima, di vedere di nuovo aperto il cancello verso l’Europa. Ma ciò ovviamente non è avvenuto. Anzi, il ruolo chiave nella soluzione della crisi migratoria è stato affidato alla Turchia di Erdogan, un Paese che porta avanti una guerra civile contro i curdi all’interno dei suoi stessi confini e che non è in grado di garantire diritti civili nemmeno ai suoi cittadini, figurarsi ai rifugiati. Sempre più chiaro invece è il doppio gioco che porta avanti la Turchia sostenendo Daesh, l’ISIS, in funzione anti-curda e non solo. Dopo il recente attentato a Bruxelles in pochi hanno alzato la voce contro le responsabilità turche del terrorismo islamico, ricordando che stiamo per concedere 6 miliardi ad Erdogan. Molti di più invece hanno avuto la faccia tosta di additare nuovamente ai flussi migratori come causa ed amplificatore del terrorismo in Europa.

La realtà è che già poche ore dopo l’attentato ad Idomeni circolavano cartelli in cui i migranti si scusavano e condannavano gli attentati di Bruxelles. Quale meccanismo può essere così malato da dare a queste vittime delle politiche europee l’aspetto di carnefici, a tal punto da vederlo introiettato addirittura all’interno di loro stessi?

La tensione da allora ad Idomeni non ha fatto che aumentare. Ci sono state delle risse fra nazionalità diverse all’interno del campo, poiché la situazione di convivenza forzata e prolungata sta creando problemi non da poco. Ad esempio alcuni siriani accusano gli afgani di aver causato il blocco del confine fingendosi siriani per poter passare. Allo stesso modo se ad uno dei due gruppi viene distribuito qualcosa, l’altro lo pretende allo stesso modo, e non sempre in modo gentile.

Vi è inoltre un aumento dei militari presenti, che certo non serve ad alleggerire il clima di tensione. Sono inoltre aumentate le proteste contro la chiusura del confine, portate avanti in modo sempre più determinato: se inizialmente i manifestanti si limitavano a slogan e cartelli, ora la situazione è molto diversa. Alcune persone hanno cercato di darsi fuoco e altri continuano lo sciopero della fame da giorni. Più volte è stata bloccata tutta la distribuzione di cibo e durante questa settimana le ONG hanno abbandonato per brevi periodi il campo per motivi di sicurezza causati dalle proteste. Da due giorni consecutivi la ferrovia che passa per il campo è completamente bloccata dai migranti, quando fino alla scorsa settimana i blocchi non duravano più di mezza giornata. Le proteste hanno inoltre raggiunto la frontiera ufficiale su strada bloccandola per lunghi periodi. Da Idomeni, ma anche da diversi punti di raccolta più piccoli nell’area, decine se non centinaia di persone si sono recate fino all’autostrada, impedendo alle automobili e ai tir di passare attraverso la frontiera con la Macedonia. L’ultimo di questi blocchi è durato 24 ore consecutive e si è sciolto ieri mattina.

Nonostante la situazione indecente in cui vivono, queste persone non si arrendono. Se è vero che dagli esiti dei trattati in molti hanno abbandonato il campo, tanti altri sono arrivati con il bel tempo dei scorsi giorni. Il confine e il suo richiamo irrazionale fanno si che nonostante le possibilità di passare e soprattutto di poter proseguire la Balkan Route fino in Europa siano più che esaurite, questo non impedisce e non impedirà mai alle persone di continuare a migrare in cerca di un futuro migliore. Che sia la ricerca di un lavoro o di una persona amata, non vi sono trattati o muri in grado di fermare la necessità di spostarsi.

Oggi la Marcia di Overthefortress vedrà 300 persone partire da Ancona per dirigersi ad Idomeni, per portare materiali e beni di prima necessità, ma soprattutto solidarietà e supporto ai migranti che sono bloccati al confine greco macedone. Per ribadire che questa NON è la nostra Europa e per la libertà di movimento di tutte e tutti.

25 marzo, Angela e Tommaso da Idomeni per la campagna solidale #overthefortress