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Nigeria – Per le vittime di tratta si deve fare particolare attenzione agli aspetti sensibili della storia personale

Tribunale di Venezia, decreto del 17 febbraio 2022

Il Tribunale di Venezia riconosce lo status di rifugiata ad una cittadina nigeriana, vittima di tratta, ritenendo credibile la vicenda, in particolare le dichiarazioni relative alle circostanze di reclutamento in Nigeria, con contestuale giuramento e contrazione di un debito, del percorso migratorio attraverso la Libia e dello sfruttamento sessuale una volta giunta in Italia.

Il Collegio, non concordando con la valutazione di inammissibilità della Commissione Territoriale, sottolineava come, nonostante durante la prima audizione non fossero emersi elementi della tratta, la ricorrente, a seguito di un percorso psicologico, riusciva a ricostruire il proprio vissuto in modo completo ed esaustivo, presentando elementi di novità in sede di domanda reiterata. Infatti, la tardiva emersione di tali circostanze è da attribuire all’iniziare difficoltà della ricorrente ad esternare alcuni aspetti sensibili della propria storia personale, dovuta alla sua particolare vulnerabilità.

In relazione alla domanda di protezione internazionale inoltrata da vittime di tratta, le linee guida UNCHR sottolineano la necessità di vagliare la sussistenza di unfondato timore di persecuzione alla luce della specificità del caso concreto, e anche laddove l’esperienza della tratta si sia conclusa, la situazione potrebbe ancora dispiegare i suoi effetti, così da rendere intollerabile il suo ritorno nel Paese di origine.

La ricorrente potrebbe, non solo subire ritorsioni a causa del debito non estinto, ma anche subire stigmatizzazione sociale incompatibile con il libero godimento dei diritti fondamentali dell’individuo, ovvero trovandosi in una situazione di vulnerabilità potrebbe divenire vittima del fenomeno del re-trafficking o comunque di sfruttamento a fini sessuali.

Sicuramente una grande soddisfazione per i legali che son riusciti, grazie alla collaborazione dell’Associazione Perilmondo onlus, a ottenere giustizia per una giovane nigeriana che dopo persecuzioni, tratta e violenze ha finalmente ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato. 

Oltre che alla tenacia dell’assistita, il merito più grande va alla dottoressa Noemi Galleani, per essere riuscita, con il suo prezioso lavoro, a far emergere il vissuto sommerso, agevolando il convincimento del giudice nel senso del pieno accoglimento della domanda. 

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Sintesi redatta dalla Dott.ssa Yvonne Valerio. Caso seguito dalle Avv. Francesca Venturin e Avv. Chiara Pernechele, che ringraziamo per la segnalazione.


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