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Chi sta rompendo il sistema di asilo?

Un'analisi di Nando Sigona sulle politiche anti-immigrazione del premier britannico Rishi Sunak

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Le considerazioni di Nando Sigona 1 sul piano in 5 punti per contrastare le migrazioni del primo ministro conservatore britannico e il suo impegno contro le traversate nel Canale della Manica.
L’articolo «Who is breaking the asylum system?» è stato pubblicato su Transforming Society l’11 gennaio 2023.
Ringraziamo l’autore per la gentile concessione e la revisione del testo.

Ph: Channel Rescue

È buio pesto e fa un freddo gelido quando, nelle prime ore di mercoledì 14 dicembre, arriva una chiamata da un’imbarcazione in difficoltà nel canale della Manica. Quando i soccorritori raggiungono la barca, è già troppo tardi per almeno quattro persone; le altre 43 sono portate in salvo.

Solo 12 mesi prima, un’altra richiesta di soccorso non aveva generato una risposta così immediata e almeno 27 persone erano morte. I soccorritori non avevano raggiunto la posizione in tempo perché le autorità francesi e britanniche avevano perso ore cruciali dibattendo su chi dovesse intervenire data la posizione dell’imbarcazione.

Quello che sappiamo sugli attraversamenti irregolari su piccole imbarcazioni del canale della Manica è che in questo momento sono a livelli da record rispetto a quando si è avviato il rilevamento dei dati nel 2018. Allora solo poche persone attraversavano in questo modo, meno di 300 migranti. L’attraversamento su piccole imbarcazioni ha iniziato a prendere piede solo nel 2020, durante il lockdown dovuto al COVID 19, e da allora è sempre aumentato. Oltre 40.000 migranti sono sbarcati in Regno Unito nel 2022, il 45% in più rispetto al 2021. La variazione può essere attribuita quasi esclusivamente al grande numero di albanesi durante il periodo estivo.. Invece, tra il 2021 e 2022 non sono state rilevate variazioni significative negli arrivi di cittadini di altri paesi quali Iran, Iraq, Afghanistan, Eritrea e Siria. Tutti paesi che stanno vivendo instabilità politica, conflitti violenti ed estese violazioni dei diritti umani e i cui cittadini è probabile che vengano riconosciuti come rifugiati dal Ministero degli Interni britannico.

A causa di una combinazione tra controlli più accurati sui camion provenienti dall’Europa, dovuti alla Brexit, e le generalizzate restrizioni sugli spostamenti determinate dalla pandemia, la rotta marittima è diventata a partire dal 2020 una delle poche opzioni praticabili. Dopo qualche tentativo di attraversamento  più o meno auto-organizzato, il controllo della nuova rotta è stato preso da organizzazioni criminali, che hanno fiutato l’opportunità apertesi con l’uscita del Regno Unito dall’UE,  e dai suoi meccanismi di gestione dei flussi migratori, inclusi gli Accordi di Dublino.

Fonte: Ministero degli Interni britannico. Aggiornato al 31 dicembre 2022

L’impatto di Brexit su questa rotta è evidente se si considera che durante il periodo in cui gli altri stati membri dell’UE stavano affrontando la cosiddetta ‘crisi dei rifugiati nel Mediterraneo’ (2015-16), con oltre un milione di attraversamenti irregolari via mare rilevati da Grecia e Italia, e centinaia di migliaia di richieste di asilo in Germania e Francia, il Regno Unito ha registrato un numero di richieste solo leggermente sopra la media, e quasi nessun attraversamento di piccole imbarcazioni è stato riscontrato nella Manica.

C’è qualcosa di nuovo nel recente programma del governo Sunak per contrastare gli attraversamenti irregolari?

«Introdurremo nuove normative che mettano in chiaro inequivocabilmente che a chi entra irregolarmente in Regno Unito non sarà permesso rimanere qui. Al contrario verrà detenuto e prontamente deportato al paese di origine o a un paese sicuro dove la sua richiesta di asilo verrà considerata». (Rishi Sunak, 13 Dicembre 2022)

Il giorno prima della tragedia nel canale della Manica, Rishi Sunak aveva annunciato alla Camera dei Comuni i cinque punti del nuovo programma sull’immigrazione irregolare. L’impegno a fermare le imbarcazioni è stato ribadito anche nel primo discorso del primo ministro del 2023. Le nuove misure non si limitano a contrastare gli attraversamenti irregolari nel mare ma hanno l’obiettivo di creare un ambiente ancora più ostile per i migranti irregolari nel Regno Unito, spezzando le reti dei trafficanti e dissuadendo le persone dal cercare asilo qui.

Le proposte sono un mix di idee non così nuove, velleità e interventi di dubbia legalità, e includono 1) un ‘nuovo’ comando operativo per le piccole imbarcazioni che sembra replicare il Clandestine Channel Threat Command (Comando contro la minaccia clandestina nella Manica) del 2020; 2) più risorse per le perquisizioni di locali commerciali di attività che sono sospettate di impiegare migranti irregolari, che probabilmente colpirà in modo disproporzionale le comunità razzializzate; 3) la sostituzione di alloggi in hotel destinati ai richiedenti asilo con posti in villaggi turistici, siti militari e studentati, nonostante il fatto che la maggior parte dei costi dell’alloggio non sono dovuti al posto o alla qualità di questo, ma piuttosto al crescente cumulo di casi di asilo non risolti che mantiene i richiedenti in un limbo e nell’incapacità di lavorare; 4) più commissioni per rispondere in 12 mesi a tutte le richieste di asilo arretrate, un impegno che ha lasciato molti scettici, dato l’attuale tempo decisionale del Ministero degli Interni per processare le richieste di asilo e l’alto turnover dei membri delle commissioni; 5) un ‘nuovo accordo e approccio’ con le autorità albanesi per accelerare la gestione e il ritorno dei cittadini albanesi che richiedono asilo in Regno Unito, nonostante i dati del Ministero degli Interni mostrino che l’anno scorso il 53 per cento delle domande di asilo da parte di albanesi siano state giudicate fondate.

Questo rinnovato impeto di Sunak nel combattere gli attraversamenti irregolari facendo guerra ai trafficanti, ignora il fatto che la domanda di tali servizi non la creano i trafficanti, e che in assenza di vie sicure e legali per chiedere asilo in Gran Bretagna,  i trafficanti offrono l’unica rotta possibile. Il governo risponde che i rifugiati dovrebbero arrivare solo attraverso i programmi ufficiali di ricollocamento, ma in realtà questi programmi sono aperti solo a  specifiche nazionalità, ossia ucraini e cittadini di Hong Kong. I programmi di ricollocamento per siriani e afghani, per quanto formalmente attivi, o si sono gradualmente prosciugati o non sono mai stati propriamente stabiliti. Per tutti gli altri, attraversare il canale della Manica senza autorizzazione è praticamente l’unica via di accesso, come ammesso dallo stesso ministro degli Interni Suella Braverman alla Camera.

Ritornare a una cooperazione ravvicinata con i vicini europei sulla migrazione e sulla sicurezza è essenziale per affrontare la crescita degli attraversamenti irregolari ma, al di là del miglioramento delle relazioni con l’Unione Europea, Brexit significa anche che la Gran Bretagna si trova a dover rinegoziare bilateralmente accordi di riammissione con altri paesi, come l’Albania, ma da una posizione negoziale più debole.

Le tensioni che circondano l’implementazione del protocollo dell’Irlanda del Nord e quelle gratuite e autoinflitte come la tristemente nota affermazione del primo ministro Liz Truss “Macron, amico o nemico?” hanno avuto un forte impatto nella volontà di Francia e di altri paesi dell’UE di cooperare con il Regno Unito nel controllo delle migrazioni. Nonostante il desiderio espresso da Sunak di costruire una relazione più collaborativa con la Francia, incluso l’impegno di investire €72,2 milioni per comprare droni e finanziare più polizia e autorità locali sulle spiagge francesi, la realtà che il governo britannico non può pubblicamente riconoscere  e che Brexit ha alterato le condizioni strutturali in cui il Regno Unito si trova a gestire le sue frontiere e i flussi migratori, rendendo l’immigrazione irregolare verso il Regno Unito più difficile da contrastare non solo ora ma nel lungo periodo.

Dissuadere chi entra il Regno Unito irregolarmente dal chiedere asilo è una colonna portante della strategia di Sunak, che include anche deportare le persone verso paesi terzi ‘sicuri’ contro il loro volere. La recente controversa decisione della Corte Suprema in favore del Governo britannico sulla legalità del piano Ruanda – con cui si deportano forzatamente i richiedenti asilo in Ruanda dove i loro casi vengono esaminati – andrà a aumentare, nel breve periodo, la credibilità dell’approccio più duro alla migrazione di Sunak, particolarmente agli occhi di chi si aspettava che la Brexit garantisse un controllo sulla migrazione e sui confini del Regno Unito.Tuttavia è improbabile che questo possa offrire una soluzione a lungo termine. Gran parte della popolazione è contraria a questo programma.

La decisione della Corte Suprema impone al Ministero degli Interni l’obbligo legale di valutare individualmente e correttamente se una decisione di allontanamento possa mettere a rischio l’individuo. Se anche non fosse rinvenuto alcun rischio, il processo richiederà tempo e risorse. Inoltre, visto che la capacità di ricezione del Ruanda è limitata, è difficile immaginare un uso estensivo di questo strumento, anche perché la Corte Suprema ha legato la legittimità del programma a che le condizioni di asilo in Ruanda rimangano in norma con le norme internazionali. Il trasferimento in massa di richiedenti asilo porterebbe in tempi brevi il sistema di asilo del paese ad un punto di rottura, rendendo l’accordo non più legale.

  1. Nando Sigona (@nandosigona) è professore ordinario di sociologia delle migrazioni e direttore dell’Institute for Research into Superdiversity dell’Università di Birmingham