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Protezione speciale: valutata positivamente l’integrazione in Italia, ma considerate anche le condizioni dei Paesi di origine e transito

Due decreti del Tribunale di Venezia (gennaio e aprile 2023)

Due riconoscimenti di protezione speciale ex art. 19 D. Lgs. 286/1998 a ricorrenti nigeriano accolti dal Tribunale di Venezia nei quali non trova applicazione il DL. 20/2023 (cd. decreto Cutro) convertito nella L. 5/2023.

Nel primo caso ha accolto, sebbene parzialmente, il ricorso avverso il provvedimento che dichiarava inammissibile l’istanza reiterata di protezione internazionale, accertando il diritto alla concessione di un permesso di soggiorno per motivi di protezione speciale, stante l’integrazione socio – lavorativa del ricorrente nel territorio italiano.

Il ricorrente è fuggito dalla Nigeria a causa di difficoltà economiche sopravvenute alla morte del padre e della forte instabilità politica e sociale del Paese di Origine, caratterizzato da violenza diffusa e violazione dei diritti umani fondamentali.

In particolare, il ricorrente ha prodotto lettere di assunzione e contratti di lavoro a tempo determinato e ha sostenuto l’audizione innanzi all’autorità giudiziaria senza l’ausilio di un interprete, dimostrando buona conoscenza della lingua italiana.

Sintesi redatta dalla Dott.ssa Yvonne Valerio su caso gestito dall’Avv. Rosa Scarpino in collaborazione con l’Avv. Chiara Pernechele.


Nel secondo caso, la ricorrente, cittadina nigeriana, produceva documentazione lavorativa dalla quale è emerso che, soprattutto negli ultimi due anni, ha intrapreso un concreto percorso di integrazione lavorativa, grazie ai diversi contratti a tempo determinato. Inoltre, il collegio ha ritenuto conto della relazione affettiva instaurata con un connazionale in Italia e della totale assenza di legami in patria.

Da ultimo, il Tribunale ha sostenuto che “non possono essere sottovalutati i maltrattamenti e gli abusi sofferti in Libia, ove la ricorrente ha riferito di essere stata vittima di una tentata violenza sessuale“. A sostegno della credibilità della richiedente, è stata prodotta una relazione della etno-psicologa (dott.ssa Noemi Galleani) che ha seguito la ricorrente nel percorso terapeutico.

Sintesi redatta dalla Dott.ssa Yvonne Valerio, caso seguito in collaborazione con Open Gate di Padova.


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