“Sono giorni in cui fatichiamo a stare dietro a tutte le segnalazioni che ci arrivano dal CPR di Milano“, scrivono le attiviste e gli attivisti che con un grande lavoro di monitoraggio diffondono le denunce che troppo, troppo spesso, ricevono da dentro.
Caldo insostenibile, cibo avariato, sciami di zanzare, cimici, proteste e atti di autolesionismo che si ripetono in questo “un lager nascosto tra le nostre case, dal quale si leva ininterrotto un grido di aiuto che resta inascoltato“.
Nel video pubblicato qualche giorno fa uno dei tentativi di “corda” al cancello che delimita il cortile di uno dei settori, mentre gli altri trattenuti erano all’interno delle celle.
Una “pioggia di corde” la definisce la rete No CPR, perchè c’è stata una grave intensificazione degli atti di autolesionismo in queste ultime settimane.
La situazione che si vive nel centro di Via Corelli a Milano purtroppo non sarà molto diversa da quella negli altri CPR sparsi sul territorio italiano, che il governo Meloni vuole raddoppiare.
I CPR vanno chiusi. E’ ora di pretenderlo. Subito.



