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Nuova circolare di Piantedosi: migliaia di titolari di protezione a rischio sfratto dai CAS

Per il Tavolo Asilo e Immigrazione una violazione di legge che scarica la responsabilità dell'accoglienza sui Comuni

Da tempo migliaia di persone migranti che arrivano in Italia (difficile quantificare correttamente il numero), in particolare dalle rotte terrestri, si ritrovano di fronte a pretestuosi ostacoli amministrativi per riuscire a presentare la domanda di asilo ed essere accolti nel sistema di accoglienza. Nonostante questa possibilità sia prevista dal diritto, le Prefetture e le Questure, in netto contrato con la normativa, non permettono di avanzare la richiesta e non trovano nei tempi prestabiliti posti in accoglienza. I tempi sono a tal punto dilatatati che in alcune città per il primo appuntamento in Questura possono trascorrere anche 12 mesi, un periodo nel quale la persona è di fatto priva di qualsiasi sostegno e costretta a vivere in strada.

A peggiorare la drammatica situazione delle persone fuori accoglienza, in parte ereditata dal precedente governo, ci sta pensando il ministro dell’interno Piantedosi che con una nuova circolare emanata il 7 agosto 2023 ha deciso di affrontare «l’emergenza accoglienza» ordinando ai prefetti di «disporre la cessazione delle misure di accoglienza per i soggetti che abbiano ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale anche nelle more della consegna del conseguente permesso di soggiorno». In altre parole, la direttiva invita i prefetti a mettere alla porta tutti i richiedenti asilo che hanno ottenuto la protezione internazionale, anche se sono in attesa del permesso di soggiorno o del trasferimento in una struttura del SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione).

Per il Viminale la misura è «necessaria, tanto in un’ottica di corretto utilizzo delle risorse pubbliche, quanto al fine di assicurare il turn over nelle strutture di accoglienza e garantire la disponibilità di soluzioni alloggiative in favore degli aventi diritto». Il governo, raccolta la difficoltà delle Prefetture di reperire nuove strutture da allestire a Centri di Accoglienza Straordinaria, pensa così di risolvere la situazione scaricando di fatto il problema sui singoli comuni. Una visione miope, che dopo aver reso i CAS dei meri parcheggi per richiedenti asilo, eliminando servizi primari quali l’informativa legale e l’assistenza psicologica, è frutto di una politica propagandistica del governo Meloni incapace di pianificare e che fin dal suo insediamento pensava di interrompere gli arrivi via mare e via terra attraverso accordi bilaterali, fantomatici blocchi navali o respingimenti illegali. Ma la realtà è ben diversa dagli slogan e, infatti, il numero degli sbarchi al 10 agosto è a quota 94.000 persone senza contare gli ingressi dalle frontiere terresti del nordest.

Nei confronti di questo sfratto collettivo che riguarderà migliaia di persone (per i numeri esatti bisognerà attendere il monitoraggio), prende parola il Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI)1 che si pone «in totale disaccordo con l’approccio emergenziale assunto dal governo Meloni che ancora una volta punta ad ostacolare il diritto d’asilo e il diritto ad una accoglienza dignitosa».

Il TAI aveva chiesto ad inizio anno di programmare gli interventi di accoglienza, come previsto dalla normativa, ma il Tavolo di coordinamento presso il Viminale si è riunito però solo il 4 agosto, solo «dopo ripetute richieste e sollecitazioni del TAI, non potendo di fatto contribuire ad alcuna programmazione e limitandosi dunque sostanzialmente a prendere atto di misure emergenziali già assunte dal governo senza il coinvolgimento dei territori e del terzo settore».

«Le misure prese dal Governo sono sbagliate e inefficaci e non sono affatto legate al numero di arrivi, del tutto prevedibile e gestibile, ma all’assenza di volontà di trovare soluzioni corrette ed efficaci, scegliendo invece un approccio emergenziale: una decisione che alimenta la retorica dell’invasione», scrive il TAI che ritiene «tale prassi del tutto illegale in quanto i titolari di protezione internazionale e speciale hanno diritto di essere collocati tempestivamente dai Centri di Accoglienza Straordinaria verso il sistema SAI, e non abbandonati nel giro di pochi giorni. 

Una così clamorosa violazione di legge – continua – è altresì generatrice di enormi problematiche sociali nei diversi territori, dal momento che migliaia di rifugiati privi di mezzi e senza accoglienza si troveranno allo sbando in strada e dunque a carico del welfare locale. In questo modo, oltre a violare il diritto all’accoglienza dei/delle titolari di protezione internazionale e speciale, il Ministero dell’interno si pone in netto antagonismo con i Comuni, delegando a loro la questione e senza dotazione di risorse».

Il TAI nell’appello alle istituzioni chiede che «si arresti immediatamente la deriva del sistema dell’accoglienza e l’intervento istituzionale venga riportato dentro il quadro previsto dalle direttive europee e perché non si rinnovi una stagione di ghetti e di produzione  di disagio sociale estremo, scaricato sui territori. È inaccettabile contrapporre richiedenti asilo a titolari di protezione, quando è chiaro l’obbligo dello Stato di predisporre misure di accoglienza per ognuno di loro. È necessario invertire subito la marcia, non solo impedendo che migliaia di persone titolari di diritti fondamentali e inviolabili vengano trasformate in “senza fissa dimora” e abbandonate per strada, ma anche attivando strutture CAS solo ove strettamente necessario e assicurando comunque standard adeguati e dignitosi della persona umana, investendo da subito la maggior parte delle risorse per un forte e veloce ampliamento del sistema di accoglienza SAI, sia per adulti e famiglie che per i minori non accompagnati».

  1. A Buon Diritto
    ActionAid
    Amnesty International Italia
    ARCI
    ASGI
    Casa dei Diritti Sociali
    Centro Astalli
    CGIL
    CIES
    CIR
    CNCA
    Commissione Migranti/GPIC Missionari Comboniani Italia
    Europasilo
    Fondazione Migrantes
    Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose
    International Rescue Committee Italia
    Medici del Mondo Italia
    Medici per i Diritti Umani
    Medici Senza Frontiere
    Oxfam Italia
    Refugees Welcome Italia
    Società Italiana Medicina delle Migrazioni
    UIL

Redazione

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