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«La vera emergenza siete voi!»

Mai più Lager No ai Cpr organizza per mercoledì 27 settembre ore 18.30 un presidio davanti alla prefettura di Milano

In risposta all’ennesimo pacchetto sicurezza sull’immigrazione, diverse realtà antirazziste stanno iniziando a organizzare appuntamenti di piazza per denunciare e contrastare la deriva razzista e repressiva del governo italiano.

A Milano la campagna “Mai più lager No ai CPR“, impegnata quotidianamente nel supporto delle persone trattenute nel Centro di permanenza per i Rimpatri di via Corelli e nella lotta per la sua chiusura, promuove un presidio per mercoledì 27 settembre ad ore 18.30 davanti alla Prefettura in largo 11 settembre.

Mai più lager No ai CPR denuncia il pericolo di scivolare in uno stato di polizia soprattutto perché il governo Meloni è quello più a destra nella storia della Repubblicana italiana e specie se non ci sarà una reazione collettiva a queste misure.

Si tratta di provvedimenti repressivi che limitano gravemente diritti fondamentali che appartengono e riguardano tutte e tutti, e vanno difesi dall’aggressione in atto.

«La disgustosa “videominaccia” di Giorgia Meloni (“sarete rimpatriati e trattenuti“) di alcuni giorni fa sarà stata pure un messaggio all’elettorato più oltranzista, più che un sincero tentativo di dissuadere chi si accinge a fuggire da guerra e povertà, ma le pericolose misure liberticide che essa ha preannunciato meritano una reazione ferma e compatta, per le conseguenze che rischiano di riflettersi sulla vita di migliaia di persone e le modalità repressive con cui si procederà» scrive nell’appello la campagna.

«Il meccanismo è il solito, da decenni: si monta un’emergenza “senza precedenti“, si alimentano paure con tv e social; e quindi con “misure straordinarie” si interviene togliendo libertà e diritti a tutte e tutti.
La via preferita è però sempre più quella del provvedimento che abbina strumentalmente “emergenza immigrazione” ed “emergenza sicurezza” e per lo più, con decreto, evita anche il dibattito parlamentare, rinviandolo a quando si sarà visto “l’effetto che fa” nell’immediato».

I motivi per scendere in piazza sono numerosi: su tutti c’è la necessità di «imporre uno stop immediato alle politiche “sicurezza-immigrazione” di questo governo» che, tra decreto c.d. “Cutro”, i “piani Piantedosi” e i provvedimenti di questi giorni, sta introducendo «la militarizzazione della gestione del “problema” migratorio, attraverso il conferimento di poteri straordinari al ministero della difesa e quindi all’esercito, con la suggestione di scenari di guerra, pericolo, ed invasione nemica; la moltiplicazione di luoghi, ipotesi e durata della detenzione amministrativa delle persone senza permesso di soggiorno».

Il governo prevede, infatti, un «raddoppio del numero dei centri di permanenza per il rimpatrio, in luoghi più isolati ed emarginati possibile, e sempre sotto l’egida della difesa con appalti in deroga; l’estensione della privazione della libertà personale anche alle persone richiedenti asilo appena entrate sul territorio, specie se da paesi considerati “sicuri”; l’allungamento della durata massima di detenzione da 3-4 a 18 mesi».

Secondo Mai più lager No ai CPR è evidente l’intenzione «di segregare in lager di stato (Cpr, hotspot o cd. “punti di crisi”) chi è senza permesso – nell’ipocrisia di un ordinamento nel quale le vie di regolarizzazione sono sbarrate». Infine, ci sono anche altre importanti motivazioni: per denunciare «l’ipotesi di “blocco navale“, che nei fatti si risolve nel potenziamento dei finanziamenti per dittatori e guardie costiere criminali, perché riportino le persone verso il pericolo dal quale sono fuggite, che rischia l’effetto di spostare in là il fronte delle morti, dal “mare nostrum”, ai “lager nostri” di oltremare».

Inoltre, per contrastare le intenzioni del governo di smantellare la legge Zampa e offrire «meno tutele per i minori non accompagnati, attraverso presunzioni di maggiore età, in modo da incanalare tuttə nel flusso di detenzione e deportazione, anche chi ha meno di 18 anni».