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Rosarno FilmFestival: i braccianti protagonisti fino in fondo del proprio vissuto

La seconda edizione di "Fuori dal Ghetto"

Ph: Rosarno FilmFestival

E’ iniziata ieri e si concluderà domenica 29 ottobre, la seconda edizione di Rosarno FilmFestival – Fuori dal ghetto, l’evento promosso da Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, dalla Rete Comunità solidali, da SOS Rosarno.

Come hanno spiegato i promotori, vuole essere «uno sguardo nella società in cui viviamo partendo dalla terra. Da chi la lavora per trarre nutrimento e da chi la difende, da chi la violenta e la saccheggia per fame di profitto».

L’anno scorso il FilmFestival ha proposto una novità inusuale per i festival che parlano di migrazione e in generale di persone migranti. Infatti, la giuria era totalmente composta da braccianti, questo per assumere uno sguardo nuovo, «quello di chi in questa società può al massimo essere filmato come testimone ma mai diventare un protagonista del proprio vissuto».

«Questo sguardo – hanno spiegato – vogliamo continuare a mantenerlo anche quest’anno, organizzando un festival che avrà come elemento centrale le resistenze delle popolazioni che si battono per difendere la terra, la propria comunità ed i diritti sociali. Questa seconda edizione della rassegna cinematografica sui temi del lavoro e dei diritti sarà un festival “ecosociale” nel quale cercheremo di costruire un legame fra le pratiche di solidarietà, il mutuo aiuto, la difesa dei diritti e dell’ambiente, mostrando ed intrecciando tra loro i vari punti di vista».

Anche quest’anno, come nella prima edizione che si è svolta nel 2022, il Rosarno Film Festival è articolato con diversi appuntamenti e una rassegna di corti che hanno superato la selezione e sono valutati da una giuria ‘senza confini’, alla quale parteciperanno anche i lavoratori braccianti della Piana di Gioia Tauro.

I cortometraggi selezionati affrontano il tema della resistenza ecosociale, delle lotte ambientali, delle mobilitazioni, delle testimonianze, delle terre avvelenate o riscattate. La selezione delle opere è stata curata dalla direzione artistica del festival e data la particolarità, l’originalità e la sperimentazione della rassegna, che tiene in conto del duro lavoro malpagato dei braccianti, i premi – Primo, Secondo e Menzione – non saranno corrisposti in denaro ma in prodotti agricoli e alimentari della Piana di Gioia Tauro.