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Ph: Marche des Solidarités

Francia. L’Assemblea Nazionale boccia momentaneamente la legge sull’immigrazione Darmanin

L'appello alla mobilitazione: in piazza il 18 dicembre contro una modifica al progetto di legge ancora più discriminatoria e restrittiva

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L’11 dicembre l’Assemblea nazionale francese ha votato la mozione di reiezione preliminare (“motion de rejet préalable”) del progetto di legge sull’immigrazione. La mozione è stata votata con 270 voti favorevoli contro 265, impedendo di fatto l’approvazione del progetto di legge all’Assemblea nazionale e infliggendo l’ennesima sconfitta politica alla maggioranza di Macron. La proposta di legge era invece passata al Senato francese qualche settimana fa e numerose organizzazioni si erano mobilitate per evitare che il progetto di legge passasse in via definitiva.

La mozione di reiezione del progetto di legge era stata presentata dal gruppo parlamentare ecologista ed è stata sostenuta, oltre che dai partiti di sinistra (Nupes ed ecologisti), anche dai Repubblicani (LR) e dal Rassemblement National (RN), rispettivamente raggruppamenti partitici della destra ed estrema destra francesi. Anche per questo motivo, la prima ministra francese, Elizabeth Borne, ha cercato di invalidare i posizionamenti contro questo progetto di legge denunciando la presunta “coalizione” di partiti dal posizionamento molto diverso, definendola una «unità di facciata tra opposti».

Il passaggio della mozione ha come conseguenza l’interruzione immediata delle discussioni del progetto di legge all’Assemblea nazionale. Alcuni membri del governo di Macron, tra cui il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, avevano fortemente sostenuto questo progetto di legge. Proprio Darmanin, poco dopo quello che lui stesso ha definito uno “scacco”, ha proposto le sue dimissioni al Presidente della Repubblica, che le ha rifiutate chiedendo all’esecutivo di trovare una soluzione per portare avanti il progetto di legge. Il progetto avrebbe potuto quindi essere ritirato, rinviato al Senato per una seconda lettura e discussione o inviato a una Commissione mista paritaria per elaborare una versione comune per le due Camere e per trovare un compromesso tra le realtà politiche. L’esecutivo di Macron ha optato per quest’ultima opzione, affermando attraverso il suo portavoce: «[…] crediamo che sia fondamentale lottare contro l’immigrazione clandestina, di inquadrare meglio l’immigrazione economica, di integrare meglio coloro che vogliono rimanere sul nostro suolo».

Il tentativo del governo sembrerebbe essere, dunque, quello di trovare un compromesso con il partito Repubblicano (LR) per un’approvazione del progetto di legge con misure ancora più discriminatorie, fedele a quello passato al Senato (che prevedeva, tra le altre cose, il ritorno del reato per soggiorno irregolare e la modifica dell’Assicurazione medica di Stato). Destra ed estrema destra francesi hanno infatti votato per la mozione di reiezione solo perché il progetto di legge era ritenuto poco restrittivo. Marine Le Pen (RN) ha infatti affermato di voler presentare una proposta per «permettere e facilitare le espulsioni dei delinquenti stranieri».

Numerose associazioni, ONG e realtà politiche e sociali impegnate per il rispetto dei diritti delle persone migranti avevano invece fortemente avversato il progetto di legge fin dall’inizio. Un comunicato congiunto di 23 organizzazioni ha denunciato, all’indomani del voto della mozione, l’ipotesi della creazione di una Commissione mista paritaria sostenendo che «qualsiasi rinvio del testo al Senato o in una commissione mista paritaria sarebbe una manovra politica disastrosa» e invita alla mobilitazione il 18 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone migranti. La segretaria generale dell’Associazione La Cimade ha affermato che «la comunicazione demagogica del governo ha fatto pesare una pressione considerevole su questo progetto di legge, per il quale sappiamo non esserci fin dall’inizio la maggioranza per votarlo», mentre anche la sua associazione invita ad unirsi alle mobilitazioni previste per questo weekend.

Anche gli/le attivisti/e di Contre Attaque mostrano preoccupazione per le prossime mosse del governo, mettendo in guardia contro le possibilità di una modifica del progetto di legge in una direzione ancora più discriminatoria e restrittiva, per permettere all’esecutivo di Macron di approvarlo con il supporto dell’estrema destra.

Fonti: Le Monde, Libération

Sara Corsaro

Sono laureata in Mediazione linguistica e culturale a Siena e poi in Diritti umani all'Università degli Studi di Padova con una tesi su confini e cittadinanza. Sono una volontaria della scuola di italiano autogestita e gratuita "LiberaLaParola" che svolge le sue attività a Padova. "LiberaLaParola" è un progetto dell'Associazione Open Your Borders.
Per Melting Pot traduco dal francese e scrivo.