Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
Protesta davanti al Bundestag. PH: SOS Humanity

Nuove norme sull’immigrazione in Germania

Si abbrevia l’iter per la cittadinanza, ma aumentano i casi di espulsione: il Paese è diviso

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Lo scorso 19 gennaio il Parlamento tedesco ha approvato una nuova legge in materia di immigrazione con l’obiettivo dichiarato di attrarre più manodopera qualificata nel Paese e, allo stesso tempo, inasprire le norme che regolano l’accoglienza dei richiedenti asilo e facilitarne l’espulsione in caso di rigetto della domanda.

Saranno quindi abbassati da otto a cinque gli anni di residenza continuativa necessari a richiedere la cittadinanza tedesca, con possibilità di un’ulteriore riduzione a tre anni in casi particolari, e aumenteranno le possibilità di mantenere la doppia cittadinanza, circostanza fino ad ora poco frequente nell’ordinamento tedesco.

Allo stesso tempo, sono state inserite misure afflittive per i migranti irregolari, quali l’aumento dei termini massimi di custodia cautelare da 10 a 28 giorni, e l’autorizzazione ad effettuare perquisizioni domiciliari e degli effetti personali, compresi i telefoni cellulari, ai fini di reperire documenti utili a rivelare con certezza l’identità di un migrante.

Queste misure sono state criticate dall’Associazione degli avvocati tedeschi, che le ha definite sproporzionate rispetto allo scopo, mentre le diverse ONG che si occupano di ricerca e soccorso in mare, SOS Humanity, Sea-Watch, LeaveNoOneBehind, United4Rescue, Seebrücke hanno lanciato la petizione “Niente carcere per i salvataggi civili in mare” che ha raccolto 136mila firme, sottolineando la gravità del fatto che una persona in cerca di protezione internazionale debba temere di essere sottoposta a pene detentive.

Nel progetto di legge presentato dal Ministero federale dell’Interno, tra le altre cose, è previsto il sanzionamento del salvataggio in mare con una pena fino a 10 anni di carcere.

La legge arriva in un periodo in cui l’immigrazione è al centro del discorso politico tedesco e in cui la pressione in vista delle elezioni europee è alta, anche alla luce dei molti consensi che il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) sta guadagnando nei recenti sondaggi.

Lo stesso partito è finito recentemente al centro di polemiche dopo che alcuni suoi esponenti hanno partecipato ad un evento organizzato da simpatizzanti neo-nazisti per discutere un piano di “reimigrazione” volto ad espellere dal Paese persone con un passato migratorio, anche se presenti regolarmente sul territorio, in base a criteri razzisti. La cittadinanza non è rimasta indifferente all’accaduto e, nei giorni scorsi, milioni di persone sono scese in piazza in più di cento città per protestare contro lo scandalo.

La Germania è quindi attualmente spaccata sul tema, ma certamente sembra essersi conclusa l’era dell’accoglienza che aveva portato, durante il governo Merkel, ad ospitare più di un milione di richiedenti asilo e rifugiati, prevalentemente siriani.

Secondo i dati raccolti dal governo di Scholz, il numero dei rimpatri era già aumentato del 27% nello scorso anno, arrivando a quota 16.430 nel 2023, e sembra destinato a crescere ulteriormente nel 2024. Anche la Germania sta poi seguendo la strada aperta dal Regno Unito e dall’Italia nel negoziare accordi di esternalizzazione delle frontiere con Paesi terzi, avendo già concluso recentemente un accordo per facilitare le espulsioni verso la Georgia e avendo dichiarato di voler fare lo stesso con Moldavia, Kenya, Colombia, Uzbekistan e Kirghizistan.

Intanto per il prossimo 3 febbraio dalle 13 più 765 organizzazioni, nell’ambito dell’alleanza “Together Hand in Hand”, chiamano alla mobilitazione davanti al Bundestag. Sarà una catena umana per la democrazia e i diritti umani e contro l’esclusione e l’odio.

Micol Bottacin

Laureata in Giurisprudenza all’Università degli studi di Trento nel marzo 2023 con una tesi riguardante la responsabilità delle autorità italiane per la gestione dei flussi migratori sulla rotta del Mediterraneo centrale. Scrivo di Diritto internazionale e Diritto delle migrazioni.