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Ph: Pietro Panico
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415 senza fissa dimora morti nel 2023: il 68% sono persone straniere

La maggioranza sono persone originarie da Paesi extra UE

Morire di freddo. Quando la temperatura va sotto lo zero e come riparo hai un portico di marmo gelato, un cartone ed una coperta raccattata qua e là.
Morire di caldo. Quando il calore ti affanna a tal punto da toglierti il respiro e non hai altro sollievo che sdraiarti per terra.
Morire da soli, nonostante si è circondati da persone che camminano, in mezzo alla folla ma stretto dalla più feroce e stringente solitudine.
Morire, senza pietà. Morire quando si poteva evitare di morire.

Sono 415 le persone senza fissa dimora morte nel 2023, secondo il report annuale di fio.PSD 1, la Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora.

240 sono decessi di persone straniere: il 57,8% dei senza fissa dimora, morti nell’indifferenza delle strade italiane. Ma la percentuale è fortemente al ribasso, poiché sono stati registrati 46 decessi (l’11,1%) di cui non si è potuto procedere all’identificazione a causa dell’assenza di documenti e/o segnalazione: la sensazione, se non certezza, è che trattasi di persone non italiane.

Si arriva, quindi, a stimare che il 68% delle persone decedute siano straniere, il 31,1% (129) nostri connazionali. Tra gli stranieri, la stragrande maggioranza è originaria da Paesi extra UE.

I cittadini stranieri che muoiono nell’anonimato nelle città italiane sono soprattutto nella fascia di età tra i 50 ed i 59 anni, ma il dato che risulta ancora di più un pugno nello stomaco è che praticamente si muore parimenti nella fascia tra i 30 ed i 39 anni. E la comunità straniera vede morire persone, tante, anche tra i giovani dai 16 ai 29 anni. Sono colpiti anche i minorenni, talvolta: un caso in provincia di Bergamo, un altro a Sassuolo.

E’ un fenomeno che tocca soprattutto le metropoli e con maggiore gravosità il nord Italia: il rapporto fio.PSD specifica, infatti, che sono “215 i Comuni italiani in cui è stato registrato almeno un decesso. Parliamo soprattutto di Comuni del Nord, in cui sono stati registrati oltre la metà dei decessi (32% nel Nord-Ovest, 20% nel Nord-Est), seguiti dai Comuni del Centro (28%) e del Sud (19%)”. Le città più coinvolte sono Roma (44) e Milano (22), ma in generale preoccupa l’accrescere delle morti anche nelle zone vicine: Bergamo (9), Torino (9), Bologna (8), Brescia (7) e Genova (7). I luoghi dove vengono rinvenuti i corpi senza vita sono soprattutto la strada (111), i corsi d’acqua (47), le stazione dei treni (36).

Ciò che salta all’occhio, sono che le morti in strada stanno aumentando e le motivazioni del decesso, che di fatto sono la metafora delle situazioni di grave indigenza in cui versano queste persone: “Il 40% delle persone senza dimora muore per malori (ovvero malesseri fisici improvvisi e aggravamento di situazioni già compromesse), di cui la forma più estrema è rappresentata dagli episodi di ipotermia (15 casi in un anno). Il 42% di esse muore per eventi traumatici ed accidentali, quali atti di aggressione, annegamenti, cadute, incendi e suicidi”.

Le nazionalità delle persone sono anch’esse significative: Marocco (35 persone morte), Tunisia (17), Egitto (8), Senegal (7), Somalia (4), Nigeria (11), Ghana (6), India (14), Bangladesh (7).

Mi vengono in mente due cose.

La prima, all’indomani del Decreto Sicurezza, quando uomini donne e soprattutto bambini venivano sbattuti fuori dai centri di accoglienza senza una casa dove andare 2, diventando nelle maggioranza dei casi senza fissa dimora. C’era una foto di una donna africana, con i figli al seguito, che piangeva sul ciglio della strada prova dopo l’applicazione della normativa proprio perché ritrovatasi all’improvviso senza nulla. In mezzo ad una strada.

La seconda, una sera di fine ottobre a Roma, freddissima: scendendo cento metri di Via della Conciliazione, svoltando alla mia destra, si vedeva in una fessura di un portico il Vaticano. Distante neanche cinquanta metri. E lì erano appostati senza fissa dimora, italiani ed africani, morti dal freddo e rigidi più che per il dormire per il gelo.
Gian Lorenzo Bernini aveva pensato al colonnato della Basilica come due braccia pronte ad accogliere, oggi sembrano le braccia che erigono barriere tra chi e chi non ha.
Lo spartiacque tra ricchi e poveri.

  1. La Strage Invisibile – 415 morti nel 2023 – fio.PSD (gennaio 2024)
  2. A centinaia in strada, senza dimora. Pure i bimbi. È il «decreto sicurezza», Avvenire (1 dicembre 2018)

Pietro Giovanni Panico

Consulente legale specializzato in protezione internazionale ed expert prevenzione sfruttamento lavorativo. Freelance con inchieste sui MSNA, rotte migratorie, accordi illegittimi tra Paesi europei ed extra UE e traffici di armi.
Nel 2022 ho vinto il "Premio giornalistico nazionale Marco Toresini" con l'inchiesta "La guerra dei portuali genovesi contro le armi saudite".