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Le dichiarazioni di inammissibilità delle Prefetture relative alle domande di cittadinanza sono impugnabili

Consiglio di Stato, ordinanza n. 488 del 12 febbraio 2024

Il Consiglio di Stato, nel caso in esame, ha finalmente affermato in modo chiaro che le inammissibilità delle Prefetture relative alle domande di cittadinanza per naturalizzazione sono impugnabili, a differenza da quanto affermato da tempo dal Ministero dell’Interno e dal Tar Lazio.

In particolare, con l’ordinanza in allegato, il Consiglio di Stato si è pronunciato in via cautelare sulla richiesta di annullamento del secondo provvedimento di inammissibilità emesso dalla Prefettura a seguito della richiesta di cittadinanza italiana presentata da un cittadino straniero.
Specificatamente, nel caso in esame il cittadino straniero dopo aver ricevuto un primo provvedimento di inammissibilità della richiesta di cittadinanza, ha inoltrato una nuova richiesta allegando una dichiarazione con la quale precisava il motivo per cui il procedimento avrebbe dovuto proseguire con l’attribuzione del k10 (in particolare argomentando in merito ai cd. “buchi di residenza“).

Tuttavia, secondo la Prefettura e TAR Lazio, qualsiasi provvedimento di inammissibilità della PA costituisce atto endoprocedimentale e in quanto tale non impugnabile. Al contrario, il Consiglio di Stato statuisce in modo chiaro come la seconda decisione di inammissibilità adottata dalla Prefettura “deve ritenersi impugnabile, in quanto direttamente lesiva degli interessi del cittadino straniero“.

Secondo l’orientamento del Consiglio di Stato infatti, mentre la prima dichiarazione di inammissibilità deve essere assimilata ad una comunicazione ai sensi dell’art. 10 bis l. 241/90 (e quindi ad atto che consente al cittadino straniero di integrare i requisiti ritenuti mancanti dalla PA), la seconda inammissibilità, se emessa a seguito di integrazione documentale, può essere impugnata innanzi alle competente autorità essendo la stessa idonea ad arrestare per una seconda volta il procedimento.

Si ringrazia l’avv. Vittoria Garosci per la segnalazione e il commento. Il caso è stato seguito insieme all’avv. Salvatore Fachile e all’avv.ta Giulia Crescini.