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IL CPR di Macomer
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Solidarietà con le persone rinchiuse nel CPR di Macomer

L'Assemblea No CPR in Sardegna: tutti i CPR devono essere chiusi

Nei giorni scorsi un incendio all’interno della struttura ha reso inagibile un settore del centro. Macomer diventa CPR nel gennaio 2020. È l’unico in Italia a nascere come carcere di massima sicurezza, con spazi particolarmente costrittivi e opprimenti. La struttura è gestita attualmente dalla Ekene Onlus Cooperativa Sociale». Ekene con sede in Veneto è l’attuale ente gestore del CPR di Gradisca e diretta emanazione della coop. Edeco (ex Ecofficina).
Con la nuova legge di bilancio al CPR di Macomer sono destinati circa 6,5 milioni di euro, ma questi soldi non riguardano in alcun modo l’erogazione dei servizi alle persone recluse, benché meno il loro miglioramento. Servono esclusivamente per portare a massima capienza la struttura.

Da anni denunciamo quanto sia intrinsecamente violenta e degradante la creazione dei campi di concentramento per persone migranti che vanno sotto il nome di CPR.

L’inevitabile clima di violenza, sopruso e omertà è essenziale per il funzionamento di queste strutture. Conosciamo la disperazione delle persone che vengono rinchiuse e abbandonate in queste carceri gestite da enti privati a fini di lucro, private dei diritti più fondamentali solo per il fatto di non possedere un documento amministrativo, un permesso di soggiorno difficilissimo da ottenere e facilissimo da perdere.

Sappiamo come la disperazione e l’isolamento spesso non lascino altra scelta se non quella degli atti estremi di autolesionismo e di rivolta. Ancora una volta dobbiamo cercare di rompere la cortina di omertà e silenzio eretta dalle istituzioni intorno al CPR di Macomer (Nuoro), per denunciare l’assurdità e la violenza di ciò che vi succede nell’indifferenza generale.

Nella notte tra venerdì e sabato (16 e 17 febbraio n.d.R.), la protesta si è espressa attraverso l’incendio di un blocco della struttura. Come per altre pratiche di autolesionismo, appiccare roghi che comportano un peggioramento delle già pessime condizioni di “vita” cui sono soggetti gli internati, si dimostra essere ancora una volta uno dei pochissimi modi per manifestare la propria disperazione e rendersi visibili in un contesto di isolamento fisico e sociale.

Pare che le persone siano state fatte dormire per una notte all’addiaccio, e negli ultimi giorni siano state costrette a rientrare nelle stesse strutture bruciate, utilizzando quel che resta degli arredi senza nemmeno una completa bonifica. Non sappiamo se il blocco possa definirsi agibile o meno. Non sappiamo se vi siano stati feriti o intossicati in seguito all’incendio. Sappiamo che le condizioni degli internati sono ulteriormente peggiorate.

Far uscire le informazioni dal CPR è complicatissimo: ai migranti internati vengono illegittimamente sequestrati i telefoni portatili, mentre l’unica comunicazione con l’esterno è possibile attraverso una cabina pubblica posta in uno spazio aperto e controllabile dal personale dell’ente gestore e dalle forze di pubblica sicurezza. È ovvio che le comunicazioni non possano avvenire in maniera libera e sicura, specialmente dopo fatti gravi come quelli avvenuti venerdì.

Sappiamo che in diversi sono stati male, e che stanno aspettando di ricevere beni di prima necessità che a ieri ancora non erano stati forniti. Se non li riceveranno inizieranno uno sciopero della fame e della sete.

Stiamo aspettando di ricevere ulteriori informazioni, o quantomeno che gli organi di garanzia verifichino i fatti accaduti e il rispetto della dignità delle persone rinchiuse nel CPR.

Di fronte a episodi del genere, riteniamo che sia essenziale mettere le istituzioni e la società civile dinnanzi alle proprie responsabilità: l’omertà diffusa non può che legittimare la quotidianità dei soprusi, ma la gestione del sopruso quotidiano non può che portare alla ribellione degli oppressi.

Per questo testimoniamo la nostra massima e incondizionata solidarietà ai migranti internati nel CPR, chiediamo che siano immediatamente liberati e che il CPR di Macomer sia chiuso una volta per tutte!

Rompiamo il silenzio! Tutti i CPR devono essere chiusi!
Cominciamo da Macomer!

Assemblea No CPR in Sardegna