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Dopo l’assemblea cittadina dei migranti, verso un coordinamento migranti

Bologna – Obiettivo permesso di soggiorno

Intervista a Babacar Ndyaie, associazione senegalese

D: Di che cosa si voleva discutere in questo incontro, nato dall’espressa volontà dei cittadini stranieri di Bologna?

R: L’incontro voleva mettere insieme tutti gli immigrati di Bologna e provincia per far fronte ai problemi del rinnovo del permesso di soggiorno presso la Questura di Bologna e soprattutto ai problemi della legge Bossi-Fini. All’assemblea sono state invitate tutte le associazioni, movimenti e organismi per formare un gruppo forte che possa manifestare ma anche dialogare con la Prefettura e le autorità, per poter cambiare almeno alcuni aspetti.

D: Alcuni cittadini stranieri hanno incontrato il vice prefetto la scorsa settimana. Quali sono le problematiche che gli avete esposto?

R: In linea generale gli abbiamo parlato di quello che riguarda il sistema di rinnovo tramite call- center per prenotazioni. Servono mesi e mesi per riuscire ad avere un appuntamento per il rinnovo e quando finalmente lo ottieni il pds è già quasi scaduto. Infatti con la Bossi-Fini ai disoccupati viene dato il pds di sei mesi che però quando viene consegnato scade dopo 3 o due mesi e mezzo, cioè parte dalla data in cui la persona ha perso il precedente lavoro.
Abbiamo inoltre parlato della decentralizzazione del servizio. Infatti l’ufficio della Questura poteva andare bene anni fa, ma gli immigrati di Bologna e provincia sono adesso aumentati e gli spazi e il personale non bastano più. In seguito all’ultima sanatoria sono stati rilasciati a Bologna 13 000 permessi di soggiorno che scadono tutti insieme. Abbiamo chiesto che, come a Ravenna, le pratiche possano essere sbrigate anche in Comune o in Posta. Infine abbiamo parlato dell’attuale legge, ma la risposta del Capo di Gabinetto è stata solo rispetto alla decentralizzazione o prenotazioni via internet. Ci prospettano un prossimo incontro tra noi e il dirigente dell’ufficio Stranieri della Questura.

D: Come vi state organizzando per questo prossimo appuntamento?

R: Nel giro di poco tempo vogliamo allargare il gruppo delle persone coinvolte, che in questo momento sono senegalesi, algerini, marocchini, rumeni e albanesi. Sicuramente ritorneremo a fare un presidio davanti alla Prefettura, ma cercheremo anche di dare dei tempi, delle scadenze. Possiamo arrivare anche ad uno sciopero dei lavoratori migranti.