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La politica europea contro l’immigrazione: lasciateli affondare!

Un rapporto di Sarah Hammerl (ricercatrice indipendente) per United Against Inhumanity

“La criminalizzazione dell’asilo in Europa e le sue implicazioni umanitarie”, di Sarah Hammerl

Una relazione commissionata da United Against Inhumanity (2019)
– Per la relazione in PDF clicca qui

2 maggio 2019

Le politiche e pratiche europee hanno creato un clima di paura e ostilità verso i richiedenti asilo, avverte una nuova relazione commissionata da United Against Inhumanity.

Le politiche attuali trasferiscono le responsabilità in termini di sicurezza a regioni e paesi che soffrono già di governi deboli e/o conflitti, e spingono i richiedenti asilo a viaggiare su rotte più pericolose”, dice l’autrice della relazione Sarah Hammerl, ricercatrice indipendente.

Secondo il rapporto, “La criminalizzazione dell’asilo in Europa e le sue implicazioni umanitarie”, politici poco lungimiranti e demagoghi allarmisti hanno creato una narrativa dominante e pericolosa che lega i richiedenti asilo alla criminalità e al disordine sociale in Europa.

Migliaia di richiedenti asilo sono annegati nel Mediterraneo, non riuscendo a raggiungere un porto sicuro a causa delle crescenti restrizioni poste dai governi alle operazioni di ricerca e soccorso in mare condotte da diverse organizzazioni della società civile, pescatori e volontari. Le politiche europee di asilo hanno di fatto criminalizzato coloro che cercano asilo in Europa detenendoli in massa, deportandoli o impedendo loro di attraccare, anche se rimanere in mare vuol dire rischiare la morte.

Oltre ai richiedenti asilo, i paesi europei hanno criminalizzato sempre di più anche le persone e le organizzazioni che cercano di aiutarli quando sono bloccati in alto mare o alla deriva. “Nel 2018, le attività di ricerca e soccorso in mare nel Mediterraneo sono state tremendamente danneggiate dalla criminalizzazione dell’assistenza umanitaria ai richiedenti asilo”, afferma la relazione. Quest’uso ha messo a rischio anche gli operatori umanitari e i volontari, che in molti casi sono stati diffamati o persino accusati di aver commesso dei reati.

Le politiche europee su asilo e migrazione sono frammentarie e mal funzionanti, e devono essere migliorate prendendo in considerazione il modo in cui crisi e conflitti di ogni genere hanno colpito l’Africa e l’Asia occidentale negli ultimi anni, causando queste ondate di rifugiati. Nonostante la Germania ne abbia assorbita una larga porzione, la gran parte dei diversi milioni di persone che fuggono da aree di conflitto come la Siria o il Sud Sudan sono finite in paesi confinanti, non in Europa.

I paesi europei hanno trasformato questa emergenza umana globale in un semplice problema di “sicurezza”, evadendo le proprie responsabilità internazionali e nazionali. Collaborano con governi scarsamente legittimi, che torturano e imprigionano i profughi per impedire loro di raggiungere la salvezza.

Mentre i governi europei evadevano la loro responsabilità di proteggere altri esseri umani in fuga dalla violenza, migliaia di cittadini europei si sono fatti avanti, e hanno lavorato instancabilmente per salvare le vite dei richiedenti asilo alla derive su imbarcazioni di fortuna o aggrappati alle boe in acque gelide, molto più vicini alla morte che alla salvezza che avevano rischiato la vita per raggiungere”, dice Hammerl. “Hanno dato loro cibo, vestiti, alloggio e trasporti, cure mediche e psicologiche. Tutte queste attività ora sono immensamente più a rischio di essere perseguite legalmente.”

La relazione conclude che continuare a condurre campagne internazionali di advocacy, basate sullo scambio di informazioni e sulla collaborazione con iniziative esistenti ed emergenti, può rafforzare il coinvolgimento del pubblico e portare ad un cambiamento politico essenziale se si vuole evitare di nuocere ulteriormente ai richiedenti asilo e di continuare a criminalizzare le azioni umanitarie.

Una politica nuova e più coerente, che possa risolvere in modo efficace le preoccupazioni esistenti, di certo aiuterà meglio gli interessi dell’Europa, e sarà fedele ai suoi valori e ai suoi impegni internazionali.