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da Metropoli del 22 novembre 2007

Rapporto Enar sulla Ue: l’Italia discrimina i rom

Oltre 600 organizzazioni non governative (Ong), riunite nell’Enar (Rete europea contro il razzismo), denunciano un aumento notevole delle organizzazioni e partiti estremisti nell’Ue nonostante “l’effetto positivo” della direttiva sull’eguaglianza razziale nell’Unione. Forti le critiche all’Italia, soprattutto per il trattamento riservato ai rom.

L’Enar, che riunisce oltre 600 ong impegnate nella lotta al razzismo e alla discriminazione, è stata fondata nel 1997 in occasione dell’anno europeo contro il razzismo. Ieri ha pubblicato il suo terzo “rapporto alternativo” a livello europeo, che si basa su informazioni e dati messi insieme dai suoi membri. Bashy Quraishy, presidente di Enar e giornalista di origine pachistana residente in Danimarca, ha parlato di “aumento del razzismo in Europa dovuto in parte agli uomini politici”.

Nel rapporto, riguardo all’Italia, si afferma che – insieme a Germania, Grecia e Malta – si fa notare per la sotto-occupazione riservata alle minoranze etniche e per le difficoltà nel riconoscimento delle qualifiche degli stranieri extracomunitari. In Italia, si legge nel rapporto che fa riferimento a dati del 2005, “agli stranieri spesso vengono assegnati i lavori più sporchi e pericolosi. Il 25% di tutti i lavoratori con contratto a termine non appartiene all’Ue, con un aumento del 7% rispetto al 2004”.

Stando alle cifre delle ong, gli incidenti sul lavoro che coinvolgono gli stranieri sono aumentati, 19% riguardano l’edilizia. Il 50% di tali incidenti riguarda persone fra i 26 e 35 anni. Generalmente, gli stranieri di minoranze etniche o extracomunitari hanno paghe più basse. Il problema dei rom viene affrontato in un capitolo a parte.

“Campi come ghetti per i rom”, si legge nel rapporto riguardo l’Italia: “la situazione nei campi non autorizzati è sempre più precaria”, anche perchè – dice l’Enar – “le autorità di polizia costringono i rom a esodi forzati continui”. Il rapporto porta gli esempi concreti del campo ‘Casilino 900’ di Roma e del ”’ghetto di via Anelli a Padova”.

Quanto – più in generale – all’istruzione e alla discriminazione a scuola, chi parla meno bene l’italiano spesso finisce in classi inferiori con allievi più giovani. Particolare di attualità: l’Italia viene citata positivamente per il “progetto Ultrà con i tifosi calcio per combattere razzismo, intolleranza e violenza”. L’Enar ricorda il “lavoro sociale” e i risultati di questa iniziativa, che “per 10 anni ha organizzato i mondiali antirazzisti con attivisti di tutto il mondo”.

Sul tema dell’immigrazione è intervenuto oggi anche il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, in un’intervista pubblicata sul settimanale tedesco Die Zeit. “Dobbiamo tener ferma – ha detto il capo dello Stato – una politica per l’immigrazione che sia aperta all’ingresso legale di lavoratori di cui il nostro paese ha bisogno e alla loro piena integrazione, ma che nello stesso tempo combatta decisamente l’immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani”.

Napolitano, il quale è atteso a Berlino per la settimana prossima, ha spiegato che “ogni contrapposizione nei confronti di qualsiasi componente della crescente popolazione straniera in Italia va combattuta”. Ad esempio, ha proseguito, “abbiamo tanti immigrati romeni che si sono integrati molto bene e fanno un ottimo lavoro nei settori più diversi”.

Alla domanda se sia vero che si pensa di espellere 200mila romeni dall’Italia il presidente della repubblica ha risposto con un secco “no”. “Equivarrebbe a una deportazione – ha detto – fuori di ogni quadro di diritto. Non posso in nessun modo condividere simili ipotesi”. E ha concluso osservando che non bisogna neppure giudicare sulla base dei giudizi che vengono espressi, perché in definitiva, riguardo agli immigrati, “contano i fatti e non solo le parole”.

Ad esempio, ha detto Napolitano, “in alcune parti soprattutto del Nord-Est, assistiamo ad un paradosso – ha concluso – . Ci sono lì molti immigrati indispensabili per l’economia, ci sono forti pregiudizi ideologici nei confronti dell’immigrazione, ma poi di fatto gli immigrati sono integrati bene, molto meglio che in alcune altre regioni”.