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da Il Piccolo di Trieste del 14 aprile 2008

Scuole superiori, pochi gli studenti stranieri

La gran parte dei residenti di altra etnia abbandona dopo le «medie» e inizia a lavorare

Le statistiche confermano la tendenza degli immigrati a non proseguire il percorso scolastico o a scegliere istituti professionali.

Trieste – Solo una parte degli studenti stranieri che frequentano le scuole dell’obbligo a Trieste, prosegue poi gli studi.
E se lo fanno propendono per istituti professionali. In molti, specialmente i serbi, i croati, gli albanesi e i ragazzi cinesi, preferiscono affiancare i genitori sul lavoro iniziando, fin da giovanissimi, a gestire negozi o a lavorare nel campo dell’edilizia.
Le ragazze, tendenzialmente, diventano mamme e spose molto prima di quelle italiane, impegnando così le loro energie nella gestione della famiglia.
Tra gli istituti triestini quello a registrare il numero più elevato di studenti stranieri è il Carli: 84 stranieri su 636 alunni.
Preponderante, come nelle altre scuole superiori, la presenza dei serbi ma in crescita quella dei cinesi, degli albanesi, degli ucraini e dei croati. L’opinione degli addetti ai lavori è che un percorso di studi tecnico venga preferito a quello dei licei, perché permette ai ragazzi stranieri di venire successivamente introdotti con più facilità nel mondo del lavoro.
Nella nostra provincia non sono molti gli alunni non di nazionalità italiana che affrontano il percorso proposto dai licei: tra Dante, Oberdan, Petrarca e Galilei se ne registrano solo 104. La poca padronanza della lingua può giocare, in questa scelta, a loro sfavore anche se la maggior parte di loro, l’italiano lo parla e lo comprende abbastanza bene.
«Ci siamo attrezzati con un paio di docenti interni che si mettono a disposizione per aiutarli a migliorare il loro italiano – spiega la vice preside del liceo scientifico Galileo Galilei, Marialuisa Veneziano, – anche se nella nostra scuola la presenza non è particolarmente rilevante visto che su 1.260 iscritti, solo 28 sono stranieri».
«Abbiamo istituito uno Sportello delle insufficienze – continua la Veneziano – che è a disposizione di chiunque abbia delle difficoltà scolastiche e questo strumento viene utilizzato per seguire ed affiancare anche il percorso di studi dei ragazzi stranieri.
Esiste in ogni caso un sistema di tutoraggio – conclude – che permette, a chi ha delle lacune, di colmarle dandogli la possibilità di restare al passo con il programma di studi».
Anche nelle scuole superiori il ruolo dei mediatori culturali che supportano attività di studio e di approfondimento, è di notevole importanza.
Tra le iniziative messe a punto per agevolare l’integrazione c’è «Oasi».
Ideato del liceo Petrarca e allargato successivamente allargato ad una rete di scuole, il progetto è stato attivato grazie ad un finanziamento congiunto di Regione, Comune e Provincia e prevede quattro filoni di attività: conferenze su temi come il rispetto dei diritti umani; attività ludico sportive per promuovere la condivisione di spazi e tempi con obbiettivi comuni; giri turistici e altre iniziative per far conoscere meglio la città; uno sportello di informazione gestito da studenti e docenti di diverse lingue.
Ritornando all’analisi del fenomeno che vede una buona parte degli alunni stranieri abbandonare gli studi una volta concluso il percorso obbligatorio, un rilevamento nazionale indica che in Italia da un 4,47 per cento di presenza straniera nella scuola primaria e un 4,01 in quella secondaria di primo grado, si scende ad un 1,87 per cento nelle superiori.
Laura Tonero