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da Il Piccolo di Trieste del 28 marzo 2007

Amato: «Nuovo ruolo al Cpt di Gradisca»

Illy ha chiesto la sua trasformazione in un centro di accoglienza e identificazione

L’intervento del ministro dell’Interno a margine della firma del protocollo sulla sicurezza in Friuli Venezia Giulia.
Il sindaco Tommasini: «Non abbiamo né la preparazione necessaria né i mezzi per far fronte sul territorio alla nuova struttura che sta sorgendo all’interno della ex Polonio»

Gradisca. Si va verso un nuovo utilizzo del Centro di temporaneo permanenza di Gradisca. Lo fa capire il ministro dell’Interno Giuliano Amato a margine della firma del protocollo sulla sicurezza con la regione Friuli Venezia Giulia. Quali saranno le modifiche e il nuovo ruolo del Cpt è tutto ancora da verificare in base alle nuove mormative che sono all’attenzione del Governo e anche alle conclusioni della commissione De Mistura che ha effettuato nei mesi scorsi sopralluoghi in tutti i Cpt d’Italia, compreso quella di Gradisca.
A sollevare il problema del Cpt è stato il presidente della Regione, Riccardo Illy, che ha chiesto ad Amato la trasformazione del Cpt gradiscano in un Centro di accoglienza e identificazione. «Siamo in grado di ridurre di molto l’utilizzazione di Cpt – ha risposto il ministro dell’Interno – rendendoli luogo di detenzione temporanea per i soli casi in cui ciò è inevitabile e che sono identificati dalla commissione De Mistura in coloro che non sia stato possibile identificare e che devono essere espulsi».
Amato ha ricordato l’ottimo lavoro della commissione De Mistura per ribadire che «per poter respingere un clandestino bisogna prima identificarlo. Bisogna cioè sapere da dove arriva. Ma – ha proseguito – non si potrà continuare come adesso. Non è cioè possibile un unico luogo di raccolta per la mamme che arrivano con i loro bambini e per coloro che hanno invece precedenti penali. In questo quadro generale – ha concluso Amato – si colloca anche la questione del Cpt di Gradisca d’Isonzo».
All’interno dell’ex caserma «Polonio», dove da oltre un anno è stato aperto il Cpt che ospita mediamente una sessantina di extracomunitari al giorno pur avendo una capacità di 250, si sta già costruendo un Centro di identificazione e dei richiedenti asilo politico capace di ospitare oltre 150 persone. I lavori dovrebbero concludersi entro la fine dell’estate.
Ma a Gradisca tutti, a cominciare dall’amministrazione comunale, chiedono la chiusura del Cpt così come è articolato oggi. Il sindaco Franco Tommasini ha più volte espresso la sua perplessità anche nei confronti del Centro di identificazione e dei richiedenti asilo politico, perchè teme che gli ospiti, essendo liberi, possano creare disagi tra la popolazione. «Non abbiamo i mezzi nè la preparazione necessaria per far fronte all’impatto sul territorio di una simile struttura», è il pensiero del sindaco. La chiusura di tutta la struttura è stata ribadita un paio di giorni fa dalla sezione gradiscana di Rifondazione comunista.
Contro i Centri di identificazione si è recentemente espresso anche l’assessore regionale Roberto Antonaz- «Il disegno di legge Ferrero-Amato non prevede i centri di identificazione – ha detto Antonaz – Ma a Gradisca i lavori proseguono e bisogna fermarli».
«I Cid sono un istituto della Bossi-Fini – ha aggiunto Antonaz – e quindi vanno superati. Il disegno di legge dei ministri Amato e Ferraro è un passo in avanti rispetto alla Turco-Napolitano e per molte parti assomiglia al nostro testo utilizzato dalla legge regionale, che ha tuttavia una dimensione locale».
Secondo i progetti del Governo dagli attuali 14 Cpt operanti in Italia, si dovrebbe scendere a 6 e tra questi dovrebbe essere quello di Gradisca, non fosse altro perché è uno degli ultimi a essere realizzato e nonostante le osservazioni della commissione De Mistura sulla sua somiglianza a un carcere.