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Aumenta la tensione al Cpt di Gradisca d’Isonzo

In queste ultime settimane a Gradisca d’Isonzo a salire non sono solo le temperature, al Cpt di via Udine ad aumentare è anche la tensione. E’ di giovedì 26 aprile l’ultimo episodio registrato dalla stampa, l’ennesima rivolta interna, questa volta fermata senza l’intervento della polizia (secondo fonti interne). L’ennesima perchè il Cpt di Gradisca anche se aperto da appena un anno, di rivolte, fughe e proteste interne ne ha già viste molte.
E’ per questo che molto probabilmente all’interno della struttura alcune stanze, chiamate dagli stessi reclusi “zona rossa”, sono usate come delle vere e proprie celle di isolamento. “Chi si lamenta o protesta anche solo per i vestiti viene rinchiuso in quelle stanze” racconta Kaled che giovedì 26 è stato uno fra i clandestini che dall’interno hanno chiamato i giornalisti per poter testimoniare la loro situazione. Una situazione non certo dignitosa quella descritta dai migranti: dalla mancanza di un medico 24 ore su 24 ai problemi con i pasti, dall’impossibilità di telefonare alla mancanza di terapie per i tossicodipendenti.
Al Cpt di Gradidsca inoltre si registra un alto tasso di autolesionismo, infatti la Minerva si è dotata di un’ambulanza per il trasporto fino all’ospedale di Gorizia. Inoltre, sono mesi che al Cpt di Gradisca non vengono portate donne, una circolare del Ministero dell’Interno ne vieta la presenza, ma le motivazioni di questo divieto continuano a rimanere nebulose.
piccola.jpgTutto questo mentre la Minerva, la cooperative che gestisce la struttura, smentisce tutto, negando quasi l’evidenza e ribadisce che la loro è una gestione modello della struttura, peccato che dei costi effettivi nessuno ne parli. Infatti una delle mancanze, sottolineate più volte dalle associazioni e dai movimenti che contestano il Cpt fin dalla sua costruzione, è che il bilancio della struttura non è pubblico e che la convenzione con la Minerva sia farraginosa e dispendiosa.
Il Cpt di Gradisca d’Isonzo è anche uno dei Cpt più “giovani” e tuttora sottoutilizzato, infatti la sua capienza sarebbe di 250 migranti mentre, in questo momento, ne sono presenti mediamente una cinquantina. Tra l’altro il centro sembrerebbe essere una delle strutture che la riforma dei ministri Amato e Ferrero non intende chiudere ma prendere invece a modello, un modello che però non trova riscontri nelle testimonianze di chi dentro è recluso.

Lidia_Menapace.jpgA parlare di modificazioni e miglioramenti del Cpt in settimana è giunta la senatrice Lidia Menapace di Rifondazione Comunista, che venerdì 27 aprile ha visitato la struttura di via Udine. La senatrice al termine della sua visita ha proposto delle modifiche “interne alla struttura”, la creazione di palestre e di forme interne di rappresentanza per permettere ai migranti di dire la loro sulla gestione. Inoltre è stato suggerita l’apertura della struttura ai giornalisti ed alle associazioni di migranti presenti nel territorio. Tutte modifiche in attesa che da Roma avvenga il primo passo con la riforma dei regolamenti per i Cpt.

Conferenza stampa senatrice Menapace http:///app/uploads/2007/05/menapace1.mp3

Rassegna Stampa
28 aprile 2007:
«I Cpt sono lager da chiudere anche per lo spreco economico»
Menapace: «Il Cpt deve essere ripensato»
27 aprile 2007:
Cpt di Gradisca, scoppia la protesta dei clandestini
Una telefonata dal Cpt: qui è un inferno
Cpt di Gradisca la protesta degli immigrati
Gradisca, aumenteranno i clandestini al Cpt
26 aprile 2007:
Tommasini: «Il Cpt deve essere chiuso. Noi restiamo contrari»
6 aprile 2007:
Cpt Gradisca, polemica sulle sbarre
3 aprile 2007:
Gestione del Cpt: il Consiglio di stato deciderà il 10 luglio
28 marzo 2007:
Amato: «Nuovo ruolo al Cpt di Gradisca»
22 marzo 2007:
Cpt, il ddl ancora non c’è ma l’assessore Antonaz critica la poca chiarezza
19 marzo 2007:
«No al Centro di identificazione»