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da Il Gazzettino on-line del 3 marzo 2004

Belluno - Una scuola per gli extracomunitari

Presentato ieri il progetto che ha come scopo quello di aiutare gli immigrati a inserirsi meglio nella provincia di Belluno. Si insegnerà di tutto, dalla lingua agli usi e costumi. L’assessore provinciale: «Lo scorso anno fu un successo»

Gli extracomunitari vanno a scuola. Non solo i bambini, ma anche gli adulti. Per imparare l’italiano. Ma non solo. L’obiettivo dell’accordo di programma tra Regione e Provincia per la realizzazione di iniziative di formazione degli immigrati è, infatti, più ampio: è quello di aiutare queste persone a inserirsi nella nostra realtà. Per questo progetto, presentato ieri mattina a Palazzo piloni, l’amministrazione provinciale spenderà complessivamente 67.136 euro, con un contributo regionale di 51.646 euro. «È un’iniziativa - dice il presidente Oscar de Bona - che ci permette di dare un’ulteriore risposta alla presenza di queste persone nel nostro territorio. Da questo punto di vista, Belluno è avvantaggiata rispetto alle altre province, dove ci sono dei numeri ben diversi».

Il programma di formazione è rivolto agli extracomunitari, ma anche agli emigranti bellunesi di ritorno. E prevede diverse iniziative. La prima è rivolta alle badanti. Si tratta di un corso aperto a una ventina di donne, con un percorso di quaranta ore articolato in diversi moduli (lingua italiana, usi e costumi locali, educazione civica, legislazione in materia di immigrazione, assistenza agli anziani, legislazione sociale, sicurezza in ambiente domestico, igiene domestica, la salute delle donne). Altri quattro corsi sono previsti per la formazione degli adulti extracomunitari (due in Cadore, uno a Farra d’Alpago e un altro a Longarone), con venti persone ciascuno, anche questi con una durata di quaranta ore.

L’amministrazione provinciale, in collaborazione con l’Enac di Feltre, organizza, inoltre, un corso di formazione per mediatori linguistico-culturali, rivolto ad un massimo di venti persone residenti in provincia di Belluno, con trenta ore di teoria e ventisei di stage. In questo caso, gli utenti saranno selezionati tra gli immigrati con una buona conoscenza dell’italiano e gli italiani con almeno un’infarinatura delle lingue extracomunitarie. "Conoscere per orientarsi" è invece un progetto che prevede la stretta collaborazione con i "centri territoriali permanenti" di belluno, Pieve di Cadore e Questo, pensato per fornire un servizio calibrato sulle esigenze sia dell’utenza straniera adulta, sia sulle realtà del territorio. Si tratta di una serie di lezioni che hanno lo scopo di fornire una prima conoscenza del territorio, della cultura e delle tradizioni del bellunese.

«L’esperienza dello scorso anno - spiega Walfrè Grisot, assessore provinciale alle politiche del lavoro - ha registrato un notevole successo. Ad esempio, soltanto in Cadore abbiamo avuto oltre ottanta richieste di partecipazione. Questa seconda annualità cerca di rispondere ad esigenze nuove, segnalate dalle associazioni degli extracomunitari. Ma non solo. Perché questi corsi di formazione sono rivolti anche agli emigranti di ritorno».

[ 3 marzo 2004 ]
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