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Cosa può fare un cittadino senzs pds e con problemi psichici?

Come già accennato, la possibilità di concedere uno speciale pds per motivi di salute non è legata all’opportunità di ottenere in Italia delle cure, ma alla impossibilità di affrontare un viaggio per il rientro nel proprio paese di origine. Sappiamo che i cosiddetti clandestini hanno il diritto di ottenere tutte le cure, non soltanto quelle urgenti ma anche quelle considerate essenziali, in base all’artall’art. 35 del T.U. (Assistenza sanitaria per gli stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale) che al secondo comma recita: “Ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno, sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorchè continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva…”. Si tratta di tutte quelle cure che consentono all’interessato di evitare il rischio di aggravamenti o di cronicizzazione della malattia (come precisato dalla circolare n°5/2000 del Ministero della Sanità ). Ma questo vale fin tanto che l’interessato si trova nel territorio italiano.

La norma che garantisce il diritto alle cure essenziali non ostacola, infatti, la possibilità di rendere operativa l’espulsione in qualsiasi momento. Quindi la possibilità di concedere un pds per motivi di salute, e di non eseguire l’espulsione, è unicamente connessa al rischio di affrontare un viaggio. Solo se, sulla base di documentazione medica, risultasse che il soggetto per le sue condizioni di salute non è trasportabile, potrebbero esserci solide speranze di ottenere uno speciale pds di durata collegata alla persistenza della malattia e dei relativi rischi.

Diversamente, la possibilità per un cosiddetto clandestino che ha seri problemi psichiatrici, di ottenere un pds per motivi umanitari connessi ad esigenze di salute è alquanto vaga perché nulla impedirebbe di disporre ed eseguire un’espulsione.

Trattandosi in questo caso di seri problemi psichiatrici non mi sento di fare una valutazione dell’eventuale rischio che un’espulsione e magari anche la detenzione all’interno di un cpt, potrebbero avere sul ragazzo nigeriano. Mi permetto di dire però, anche se non sono medico, che rimanere rinchiusi dentro un centro di detenzione non aiuta certo a stare bene.

Credo che questo rischio debba essere valutato seriamente dal personale medico specializzato, per stabilire se lo stato di salute psichica potrebbe essere aggravato o irreparabilmente compromesso da un provvedimento di internamento con conseguente espulsione.

Prima di inoltrare qualsiasi domanda alla Questura, suggerisco, quindi, di interessare direttamente il personale medico specializzato al fine di ottenere una valutazione al riguardo.